Tra continui annunci, proclami, rinvii e vorticose consultazioni, fino ad ora è rimasto ben poco di concreto nelle mani degli esodati. I lavoratori colpiti ingiustamente dalla Riforma Fornero, definita un pasticcio da sindacati e da numerose forze politiche, attendono da tempo che gli venga reso un minimo di giustizia.

A pensarci dovrebbe essere Giuliano Poletti, Ministro del lavoro che assieme a Cesare Damiano (commissione Lavoro della Camera) si è preso l'impegno di offrire un paracadute alla categoria. La discussione riprenderà in Parlamento mercoledì 2 luglio; solo allora sapremo se quanto promesso troverà conferma nella realtà.

Emendamento di copertura per la sesta salvaguardia e subemendamenti

Come dicevamo, il Ministro Poletti ha raccolto i frutti dell'attività molto intensa compiuta da Damiano negli scorsi mesi e ha presentato un emendamento con l'intento di offrire una salvaguardia per oltre 32.000 lavoratori in esodo, in aggiunta ai 140.000 che risultavano già coperti con gli interventi governativi degli scorsi anni.

Nel frattempo le altre forze politiche non restano a guardare. Giorgio Airaudo, a cui è affidato il settore lavoro di Sel, ha presentato due subemendamenti che si propongono di trovare nuove coperture da dedicare agli esodati per 250 milioni di euro. L'idea è di offrire agli esodati degli benefici fiscali, in grado di alleviare la loro condizione di precarietà.

Delusione per i Quota 96: restano necessari provvedimenti di natura strutturale

Se la sesta salvaguardia degli esodati resta un punto positivo raggiunto dal Governo, è difficile non pensare anche che questa rappresenta l'ennesima misura tampone. Da quando è stata approvata la Riforma Fornero (ormai tre anni fa) nulla è stato fatto a livello strutturale per ovviare ad una situazione decisamente preoccupante riguardo la tenuta sociale.

Ai dubbi degli esodati si aggiungono le delusioni dei cosiddetti quota 96, ovvero dei lavoratori (perlopiù appartenenti al sistema scolastico) a cui sono state cambiate in corso d'opera le regole per raggiungere l'agognato traguardo pensionistico. La Riforma Fornero ha reso difatti impossibile terminare il servizio sommando età anagrafica e anni di servizio.

Una penalizzazione verso la quale i Governi che si sono succeduti hanno sempre fatto orecchie da mercante, promettendo qua e là misure risolutive, ma senza darne applicazione effettiva a causa dei ben noti problemi di bilancio.