Tra le ipotesi messe in campo per la riforma della Scuola pensata dal governo Renzi, e in particolare dal Miur guidato da Stefania Giannini, l'estensione dell'orario fino a 36 ore settimanali era il punto che più aveva sollevato polemiche. L'accenno ad un possibile aumento della presenza "formale" dei docenti negli istituti scolastici aveva fatto gridare allo scandalo i professori e i loro rappresentanti sindacali.

Negli scorsi giorni, però, proprio su questo punto sono arrivate le precisazioni del sottosegretario all'Istruzione, Roberto Reggi: parole che hanno il sapore di una ritrattazione dopo le molte prese di posizione contrarie a questa innovazione.

Reggi è tornato sul tema nel corso del suo intervento al Cantiere Scuola del PD, alla Città del Mare di Terrasini.

"L'impegno del Governo - ha affermato Reggi - è finalizzato al recupero di questa figura [dell'insegnante, ndr]. Mai mi son sognato di dire di aumentare il tempo dell'insegnamento. So cosa vuol dire stare in trincea con alunni che spostano a scuola i problemi che non trovano riscontro a casa. Nella mia intenzione c'era di dire valorizziamo il tempo che si sta a scuola. Tanti ci stanno già 36 ore e vengono valorizzati come quelli che non ci stanno e questo non va bene. Sminuisce l'intervento di questi insegnanti e non consente di avere un modello di riferimento da imitare. Col senno di poi la potrei ridire così: saranno riconosciute le attività a scuola fino ad un massimo di 36 ore".

Riforma scuola 2014, precisazioni e novità dal Miur sulle 36 ore

La soglia delle 36 ore, lo precisiamo, sarebbe stata anche in origine valida per le scuola dell'infanzia e della primaria, mentre per scuola secondaria di I e II grado il tetto sarebbe stato inferiore.

No a ore aggiuntive in classe quindi: leggendo le precisazioni di Reggi si chiarisce ulteriormente che le intenzioni del Miur sarebbero rivolte a contabilizzare e premiare maggiormente i docenti che più si impegnano, anche al di fuori delle ore di insegnamento in cattedra.

Va in questa direzione anche la proposta di riforma della scuola che prevede di concedere premi in busta paga ai docenti che all'interno del proprio istituto si impegnano in ruoli organizzativi (vicepresidi, docenti senior) o attività specializzate (come le lingue e l'informatica): potrebbero ricevere fino al 30% dello stipendio in più. 

Si attendono ulteriori proposte e ulteriori dettagli, oltre ovviamente all'approdo del testo di legge sulla riforma della scuola in Parlamento. Il Miur auspicava un'approvazione breve, già prima della pausa estiva di agosto: riuscirà nel proprio intento?