Avremo un concorso nella Scuola per il 2015 oppure no? Se pensiamo che, negli ultimi 24 anni, sono stati banditi solo tre concorsi (1990, 1999 e 2012) sarebbe impensabile un'ipotesi del genere. Tanto più che devono ancora essere assunti buona parte dei vincitori dell'ultimo maxi concorso del 2012 e ancora non ci è dato di sapere quanti di loro riusciranno a trovare una cattedra per il prossimo anno scolastico.



Miur, scuola, concorso docenti 2015: perchè sì, perchè no

Se le previsioni danno quasi per certo un concorso nel 2015, allo stato attuale delle cose, ci sono degli importanti fattori da tenere presenti e che fanno pendere l'ago della bilancia dalla parte opposta.

Fattore primo: l'enorme costo a cui si andrebbe incontro per il bando di un nuovo concorso che, per giunta, potrebbe riservare gloria soltanto per pochi vincitori, molti meno dei quasi dodicimila di due anni fa. 

Per quale ragione possiamo dire così? Innanzitutto per lo stesso motivo citato sopra, ovvero la mancata assunzione di buona parte dei vincitori del precedente concorso e poi perchè, oltre alle difficoltà dei vincitori effettivi, c'è da risolvere la 'grana' degli idonei che, seppur hanno realizzato il punteggio minimo richiesto, sono rimasti fuori dalla graduatoria dei vincitori. 



A questo proposito, il Consiglio di Stato si è espresso recentemente con la sentenza N. 3407 del 4 luglio 2014 attraverso la quale si autorizza all'uso delle graduatorie, qualora siano valide ed efficaci: un modo come un altro per dire 'le graduatorie ci sono, non fateci spendere altri soldi inutilmente'. 

Tanto più che il Decreto Ministeriale N. 356 del 23 maggio ha autorizzato la proroga delle graduatorie del concorso 2012, così che anche gli idonei, in una percentuale relativa al 50% dei posti riservati dalla legge, potrebbero ottenere una cattedra, come confermato dal ministro Giannini.


Concorso si o concorso no, allora? Se da una parte, la normativa direbbe di sì, dall'altra la logica spingerebbe per il no. Ma qui in Italia siamo abituati alle cose complicate e non ci sarebbe da stupirsi se, alla fine, fosse l'illogicità a trionfare.