In queste ore convulse che precedono quello che sarà il nuovo tentativo di presentazione della riforma della Scuola, una delle questioni più accese sul fronte delle polemiche è quella riguardante i 'premi' per gli insegnanti meritevoli che andranno ad incrementare le buste paga. Il provvedimento appare, infatti, ormai scontato visto che lo stesso Presidente del Consiglio ha più volte fatto riferimento ad un confronto, da attuare nei prossimi mesi, con gli insegnanti: meritocrazia si o no? Prima di tutto c'è da considerare l'opportunità di introdurre quello che, a tutti gli effetti, viene considerato come un privilegio riservato a pochi, in un momento particolarmente delicato dal punto di vista economico: sono anni e anni che gli stipendi degli insegnanti sono bloccati e questo 'bonus' concesso dal governo, potrebbe rivelarsi un provvedimento alquanto impopolare ed ingiusto.

Miur, riforma della scuola Renzi: 'demeritocrazia' anzichè 'meritocrazia'

Il Ministero dell'Istruzione vuole trasformare la vita del docente in una corsa alla 'carriera' che ricalchi quella delle aziende private, dove si fa a botte per risalire le gerarchie? Il concetto è questo, molto più facile a dirsi che a realizzarsi. Proviamo a fare il ragionamento contrario: perchè anzichè 'premiare' gli insegnanti 'meritevoli' non si penalizzano prima i docenti che si trascinano stancamente, giorno dopo giorno, con poca voglia di continuare questo mestiere per il quale l'ingrediente fondamentale è la passione? Chi realmente 'vive' la scuola vede, tutti i giorni, davanti ai propri occhi, casi di questo genere ed allora perché non far partire il processo di rinnovamento della scuola procedendo anche all'allontanamento di coloro che, per formazione insufficiente o per scarsa voglia di lavorare, 'demeritano' il proprio stipendio?

Se il Ministero dell'Istruzione vuole avvicinare sempre di più la scuola al concetto di azienda, dovrebbe tenere presente che, nel settore privato, chi non fa il proprio dovere viene licenziato. Al contrario, non bisogna dimenticare che nella scuola di oggi vengono già 'privilegiati' e 'premiati' quei docenti capaci solo di 'scaldare' la sedia della propria cattedra. E non tutti i giorni della settimana.