Grido d'allarme lanciato dal quotidiano 'Repubblica' all'interno dell'edizione di oggi, venerdì 8 agosto. Molte scuole italiane sono a rischio riapertura e la situazione in parecchie regioni è, a dir poco drammatica. A Bari, il presidente della provincia Lorenzo Schittulli ha scritto al presidente del Consiglio, Matteo Renzi: in bilancio mancano 43,5 milioni di euro, che dovevano essere usati per la manutenzione ordinaria e straordinaria. Manca la sicurezza e le lezioni potrebbero non essere garantite.
La ragione principale di questi gravi problemi è data dal fatto che tra il 2011 e il 2014 sono stati sottratti alle Province d'Italia ben nove miliardi e 415 milioni, un miliardo e settecento milioni solo durante l'ultimo anno.
Ben 5.179 edifici che ospitano 3.226 scuole secondarie, continueranno in futuro senza soldi: bidelli costretti a fare gli imbianchini, ragazzi in classe con i cappotti perchè non c'è riscaldamento, banchi e sedie rotte, finestre cadenti, impalcature dimenticate da anni. E' questa la triste situazione delle scuole italiane.
Miur, scuole, piano edilizia Reggi: molti Istituti italiani potrebbero non riaprire a settembre
Gli appelli al presidente Renzi giungono un pò da tutte le parti. Da Reggio Calabria, il presidente del Consiglio provinciale, Antonio Eroi annuncia il rischio che a settembre le scuole medie e superiori non aprano; a Caserta cento scuole potrebbero non ottenere il certificato di agibilità; a Biella da ottobre sarà difficilissimo avviare il riscaldamento; stesso problema a Teramo, mentre a Cuneo il bilancio è in disavanzo.
Nella provincia di Milano si penserà sempre di più alla 'settimana corta' (niente sabato), mentre in Toscana a settembre, ben 104 scuole in regione non avranno un preside, 50 saranno senza segretario, con 2.706 cattedre vacanti. Sono in molti ad ironizzare sul recente piano per l'edilizia del sottosegretario al Miur, Roberto Reggi all'insegna del triplice motto '#scuolebelle, #scuolesicure #scuolenuove': sembra un modo per nascondere ad 'artifizio' le condizioni pietose in cui si è ridotto il mondo scolastico italiano.