A distanza di qualche giorno dalla bocciatura in Senato dell'emendamento per i 'quota 96', il ministro della Pubblica Amministrazione, Marianna Madia è voluta tornare su quanto accaduto attraverso un'intervista che ha rilasciata al quotidiano 'Repubblica'. Le sue dichiarazioni sono alquanto sorprendenti in quanto smentiscono la teoria secondo la quale il parere della Ragioneria dello Stato si sia rivelato decisivo ai fini della decisione finale.

Il ministro ha ribadito tutta la propria amarezza per quanto accaduto, anche perchè la vicenda dei 'quota 96' è sospesa da parecchio tempo.

In realtà, però, il governo non ha mai dato il proprio parere favorevole all'approvazione dell'emendamento che, invece, era stato dichiarato ugualmente ammissibile. Il numero uno della Pubblica Amministrazione conferma che si è trattato di una scelta del governo che è pronto ad assumersi le proprie responsabilità; il presidente del Consiglio, Matteo Renzi si riserva di valutare la questione relativa ai 'quota 96' in quel 'pacchetto scuola' che sarà varato entro la fine del mese. 



Pensioni, quota 96 e pacchetto scuola: ministro Madia 'Non deve succedere più'

Dichiarazioni importanti quelle dell'onorevole Madia che vanno a smentire il NO della Ragioneria dello Stato e la famosa mancanza di coperture finanziarie.

In ogni caso, il ministro non esita a 'tirare le orecchie' al Ministero dell'Economia e le Commissioni Bilancio, perchè, nel caso dei 'quota 96' non c'è stata quella 'interazione' e quella comunicazione necessaria in casi come questo: il responsabile della Pubblica Amministrazione ha ricordato che ci sono in ballo le aspettative dei cittadini.

In autunno, ricorda l'onorevole Madia, ci sarà la legge di stabilità e non è possibile lasciarci scappare dei capitoli di spesa. Insomma, ci pare di capire che il grande equivoco, in fondo, ci sia stato, eccome ma che il governo voglia assumersi pienamente le responsabilità di quanto accaduto. Ora che la 'frittata' è fatta, però, si pensi piuttosto a rimediare, piuttosto che a recitare i 'mea culpa'.