E' innegabile che ci sia molta curiosità per le 'rivelazioni', ma soprattutto le 'rivoluzioni' annunciate dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi per la riforma della Scuola: il 'Vi stupirò' con cui ha etichettato l'appuntamento di venerdì prossimo con il Consiglio dei Ministri che tratterà il tema dell'Istruzione non può che suscitare interesse per i contenuti che verranno proposti. Ci sono delle considerazioni da fare alla luce delle dichiarazioni del premier e che possono guidarci nell'identificare uno degli argomenti che, secondo noi, sarà il fulcro di tutta la riforma ovvero la valutazione degli Istituti, ma soprattutto quella dei docenti. Nel libro intitolato 'Oltre la rottamazione' pubblicato nel 2013 da Matteo Renzi, si parla molto di scuola e coloro che avranno potuto leggerlo sicuramente ricorderanno alcune frasi che, in fin dei conti, appartengono molto al recente 'vocabolario' del ministro Stefania Giannini. Il premier afferma che l'Italia ha le capacità di vincere  'la sfida culturale del cambiamento nella scuola'. Come lo si potrà fare? 'Quando il professore medio - dice Matteo Renzi - capirà che scommettere sulle valutazioni non è il modo per punire ma per premiare'. Premialità. Una parola che sentiremo spesso pronunciare nei prossimi mesi e che, in fin dei conti, sarà sempre più strettamente legata ad un'altra parola ben più conosciuta dagli insegnanti, ovvero l'anzianità.

Scuola, riforma Renzi-Giannini, la premialità batte l'anzianità: cosa potrebbe succedere?

Ecco, dunque, il punto focale della riforma targata Matteo Renzi e Stefania Giannini, ovvero la premialità che scavalca l'anzianità: la formazione dei docenti diventerà l'aspetto fondamentale dell'arte dell'insegnamento e, di conseguenza, anche lo stipendio finirà per essere legato a questo nuovo concetto. Chi si aggiornerà di più, meriterà di più sul piano economico: dovrebbe essere questo il succo del cambiamento portato avanti dal Presidente del Consiglio.  Se da una parte la premialità andrà a braccetto con una nuova concezione di 'carriera', che si avvicinerà di più a quello aziendale, dall'altra ci si deve interrogare sulla fine che faranno gli scatti di anzianità che, finora, avevano 'premiato' i docenti per gli anni spesi nella loro attività professionale.  Non dimentichiamoci, poi, della cosiddetta figura del 'docente senior', di cui abbiamo sentito parlare molto durante gli ultimi mesi, e che potrebbe agevolare la 'formazione' dei nuovi insegnanti attraverso un percorso tirocinante che toglierebbe dalla cattedra vera e propria i docenti più in là con gli anni per lo svolgimento di un'attività senza dubbio meno stressante e meno usurante. Terminiamo con un'ultima brevissima considerazione, molto più banale e al limite del pettegolezzo: la moglie del premier Matteo Renzi, Agnese, è un'ex insegnante...sarà servito a qualcosa?