Sorprende e non poco l’atteggiamento tenuto al momento dal premier Renzi e dal ministro del lavoro Poletti riguardo al dibattito previdenziale: dopo alcune settimane di interventi frequenti e mirati (pensiamo in particolare alle numerose dichiarazioni rilasciate dal responsabile del Welfare) è calato il più totale silenzio, un silenzio che a poco più di una settimana dalla Legge di Stabilità diventa più assordante che mai.

Si perché sono davvero troppe le vertenze previdenziali che necessitano di essere affrontate, troppe le persone che attendono con ansia di sapere quale sarà il proprio futuro una volta ultimato il percorso lavorativo. Su tutti rileva, a nostro avviso, il caso pensioni lavoratori precoci, una vertenza che meriterebbe il massimo della considerazione (si parla di gente che ha iniziato a lavorare a 15 o 16 anni contribuendo anche a far crescere il paese) e che non può essere ‘liquidata’ ricorrendo ai requisiti Fornero (di per se spesso incomprensibili e di certo inapplicabili al caso Pensioni lavoratori precoci).

La Legge di Stabilità si diceva è alle porte, ma nonostante ciò siamo ancora nel campo dei se e dei forse, con il ministro Poletti ad aver gettato nella mischia delle idee senza poi approfondirne nessuna. Pensiamo in particolare alle annunciate manovre in tema di pensione anticipata o alla paventata introduzione dell’APA (assegno pensionistico anticipato) o ancora alla ‘millantata’ norma che prevedrebbe la cancellazione delle penalizzazioni per chi accede alla pensione anticipata prima dei 62 anni di età; tutti interventi che necessiterebbero di essere approfonditi e che invece sembrano scomparsi dal dibattito.

Pensioni lavoratori precoci, pensione anticipata e APA: Legge di Stabilità decisiva ma il governo Renzi si eclissa

Come accennato in apertura, sono lacunose e frammentarie le ultime notizie in merito al caso pensioni lavoratori precoci: Poletti ha spesso parlato di nuove forme di pensione anticipata che sarebbero arrivate a margine della Legge di Stabilità e di innovativi strumenti tramite i quali poter concedere ai lavoratori maggiori margini di scelta in merito a quando abbandonare l’impiego, ma ad oggi non si scorge neanche l’ombra di qualcosa di più concreto. Che Poletti e Renzi abbiano solo voluto alzare una sorta di ‘polverone mediatico’ per concedere il classico contentino pur sapendo che non sarebbero arrivate novità previdenziali rilevanti a margine della stessa Legge di Stabilità? E’ presto per dirlo e francamente ci piacerebbe escludere questa ipotesi. Basandoci sul presente purtroppo però i dubbi rimangono. L’ultimo grande intervento in tema di pensioni lavoratori precoci è stato quello su richiamato e attinente alla norma che prevedrebbe l’accesso alla pensione anticipata prima dei 62 anni senza penalizzazioni: Poletti ha sottolineato che si sarebbe lavorato per prevedere una potenziale platea di beneficiari, ma di questo ‘lavoro’ sin qui non v’è traccia. Stesso discorso per l’APA, un assegno anticipato che verrebbe concesso ai lavoratori come misura che controbilanci un’uscita dal lavoro anticipata (due o tre anni prima della natura scadenza). Poletti non ha mai dettagliato il funzionamento di questo strumento ma quand’anche si dovesse giungere ad una sua configurazione si tratterebbe comunque di un intervento superficiale e non direttamente indirizzato al caso pensioni lavoratori precoci. In conclusione la situazione appare più incerta che mai, se desiderate continuare a rimanere aggiornati su precoci e previdenza vi invitiamo a cliccare il tasto ‘Segui’ in alto a destra.