Sorprende e non poco l’atteggiamento tenuto al momento dal premier Renzi e dal ministro del lavoro Poletti riguardo al dibattito previdenziale: dopo alcune settimane di interventi frequenti e mirati (pensiamo in particolare alle numerose dichiarazioni rilasciate dal responsabile del Welfare) è calato il più totale silenzio, un silenzio che a poco più di una settimana dalla Legge di Stabilità diventa più assordante che mai. Si perché sono davvero troppe le vertenze previdenziali che necessitano di essere affrontate, troppe le persone che attendono con ansia di sapere quale sarà il proprio futuro una volta ultimato il percorso lavorativo.
Su tutti rileva, a nostro avviso, il caso pensioni lavoratori precoci, una vertenza che meriterebbe il massimo della considerazione (si parla di gente che ha iniziato a lavorare a 15 o 16 anni contribuendo anche a far crescere il paese) e che non può essere ‘liquidata’ ricorrendo ai requisiti Fornero (di per se spesso incomprensibili e di certo inapplicabili al caso Pensioni lavoratori precoci). La Legge di Stabilità si diceva è alle porte, ma nonostante ciò siamo ancora nel campo dei se e dei forse, con il ministro Poletti ad aver gettato nella mischia delle idee senza poi approfondirne nessuna. Pensiamo in particolare alle annunciate manovre in tema di pensione anticipata o alla paventata introduzione dell’APA (assegno pensionistico anticipato) o ancora alla ‘millantata’ norma che prevedrebbe la cancellazione delle penalizzazioni per chi accede alla pensione anticipata prima dei 62 anni di età; tutti interventi che necessiterebbero di essere approfonditi e che invece sembrano scomparsi dal dibattito.