La minoranza del Partito democratico esce allo scoperto per "provare a correggere il segno della politica economica del governo". Dopo l'accordo sul jobs act e sull'articolo 18 in particolare, l'altra voce del partito democratico, i dissidenti capeggiati da Stefano Fassina, cerca di portare a casa altri punti importanti sulla Legge di Stabilità. Stefano Fassina, con Cuperlo, Civati, D'Attorre, Miotto, unitamente ad una trentina di altri deputati critici nei confronti della linea economica del governo, presentano otto emendamenti alla Legge di Stabilità, con l'obiettivo di favorire una più equa distribuzione del reddito e il contrasto alla povertà, a loro dire, molto più marcato rispetto a quanto proposto dal Governo del Premier Matteo Renzi, loro compagno nonché segretario del patito democratico.

Intenti che trovano subito una sponda nel partito di Niki Vendola, Sel ed in particolare su due emendamenti riguardanti l'uno il bonus di 80 euro, l'atro l'aumento del fondo peer gli ammortizzatori sociali.

Ecco una sintesi degli emendamenti presentati che hanno un impatto sociale ed economico più rilevante:

  • utilizzo dell'ISEE (indicatore della situazione economica equivalente) per il bonus di 80 euro, al fine di una distribuzione più equa del sostegno, salvaguardando le fasce di reddito più "povere";

  • rimodulazione delle fasce di reddito per il bonus bebè, con l'utilizzo anche qui dell'ISEE. In base alla legge di stabilità, dovrebbe essere destinato anche a chi ha 90mila euro di reddito l'anno;

  • messa in sicurezza del territorio: i fondi dovrebbero arrivare dalle privatizzazioni che lo stesso governo vorrebbe attuare, per un periodo di tre anni;

  • contrasto alla precarietà: concentrare le risorse in difesa di chi un posto di lavoro ce l'ha, ma non ha una stabilizzazione;

  • Mezzogiorno: utilizzo di fondi europei per evitare la "desertificazione industriale", con l'intento di frenare l'esodo sempre più massiccio di giovani verso territori più industrializzati sia italiani che esteri;

  • uso della decontribuzione: trasformazione dei contratti precari, in contratti a tempo indeterminato.

Non è difficile immaginare che la presentazione di questi emendamenti ha creato malumori e dissensi da parte dei filogovernativi, i renziani.

Il primo a palesare il disagio interno al partito è Ernesto Carbone, della segreteria. "E' davvero incredibile che parlamentari, che fino a prova contraria fanno parte di un gruppo politico, convochino una conferenza stampa per illustrare emendamenti alla legge di stabilità pensati e redatti senza tener conto di una discussione nel gruppo e nella commissione competente", afferma con disappunto, facendosi portavoce del gruppo dirigente renziano.

Saprà ancora una volta Renzi cucire questa situazione a dir poco imbarazzante e dare risposte concrete agli intenti della minoranza? Staremo a vedere, vigili come al solito sull'evolversi delle situazioni critiche del momento.