Prosegue il dibattito sul sistema lavorativo e pensinistico italiano, dopo che il Governo Renzi ha chiarito che non vi sono nuove risorse da stanziare sull'importante capitolo del lavoro e del Jobs Act. A ribadirlo in rappresentanza dell'esecutivo è stata il Ministro Marianna Madia, che ha incontrato i sindacati negli scorsi giorni. Resta molto caldo il tema della previdenza, anche perché l'impatto della Riforma Fornero non si è sentito solamente sulle spalle dei giovani lavoratori (che in molti casi dovranno restare attivi fino alla soglia dei 70 anni), ma anche e soprattutto sullo scalino che si è venuto a creare per tutti quei lavoratori che erano prossimi alla quiescenza e che si sono visti irrigidire i requisiti per l'accesso all'Inps senza una necessaria politica di gradualità.
Basti pensare che fino a un paio di decenni fa, era possibile addirittura andare in pensione con poco più di 15 anni di versamenti, mentre oggi talvolta non risultano sufficienti oltre quarant'anni di contribuzione.
Lavoratori disagiati, precoci, lavori usuranti, Quota 96: si va verso lo sciopero generale del prossimo 5 dicembre
Nel frattempo i sindacati non ci stanno. Nelle ultime ore hanno preso posizione rispondendo all'indifferenza manifestata dal Governo Renzi verso i desiderata dei lavoratori e dei pensionandi, con una proposta di sciopero generale unificata che avrà luogo il prossimo 5 dicembre 2014. Sarà l'occasione per manifestare il proprio malessere anche per i tanti lavoratori disagiati, che attendono una risposta ormai da quasi tre anni.
Ricordiamo che tra chi si trova maggiormente in difficoltà vi sono gli esodati, al momento oggetto della sesta salvaguardia da parte del Parlamento; ma anche i lavoratori precoci e chi svolga lavori usuranti, persone che sono rimaste bloccate a causa dei nuovi vincoli anagrafici. Per non parlare dei quota 96 della scuola, insegnanti e lavoratori ATA che avrebbero già maturato il diritto al pensionamento, ma a cui è stato negato l'accesso all'Inps per colpa di una svista nella Riforma Fornero.
La proposta di abrogazione della legge 114/2011 attraverso il Referendum della Lega Nord
Se tra Governo Renzi e sindacati sembra ormai inevitabile che si arrivi ad uno scontro, anche la Lega Nord ha deciso di tirare dritto nei propri intenti. Dopo aver raccolto più di 500.000 firme, necessarie ad indire un referendum, è ora in attesa del via libera da parte della Corte Costituzionale, mentre cominciano ad arrivare le sponde da parte di altri partiti (come Forza Italia e Sel).
L'idea dei leghisti consiste nel cancellare completamente la legge Fornero, ripristinando lo stato di fatto della situazione precedente ed ante 2011. È chiaro che se realmente si arrivasse al voto, l'esito della consultazione popolare sarebbe alquanto scontata; ma d'altra parte si verrebbe a creare contestualmente anche una situazione di emergenza sui conti pubblici, viste le diverse decine di miliardi di euro di risparmi assicurati con l'intervento del Governo Monti sulle Pensioni fino al 2021. E voi, cosa pensate al riguardo? Fateci sapere la vostra opinione con un commento all'articolo. Se invece desiderate restare aggiornati sulle ultime novità relative a lavoro, pensioni e previdenza, potete utilizzare il pulsante "segui" disponibile in alto, sotto al titolo.