Restano moltissime perplessità sul tetto alle pensioni d'oro e sulla sua implementazione con la legge di stabilità 2015. Risale solo alla giornata di ieri il nostro articolo con il quale vi avevamo annunciato l'intenzione del Governo Renzi d'intervenire su questo delicato capitolo della Legge Fornero, in modo da ripristinare il senso di giustizia nella popolazione. Anche perché se da un lato si sarebbe creata una nicchia di persone privilegiate, dall'altra parte sono ancora moltissimi i lavoratori disagiati rimasti bloccati fuori dal pensionamento a causa della stessa normativa. Ma proprio quando ormai sembrava tutto risolto per il meglio è arrivata la nota dolente, perché secondo l'emendamento appena approvato parrebbe che le modalità applicative siano cambiate rispetto alle prime ipotesi d'attuazione.

Cambia il testo dell'emendamento con il quale si vuole sanare la falla delle Pensioni d'oro presente nella Legge Fornero

Purtroppo ad oggi le cose sembrano mettersi su di un piano differente, visto che la sanatoria della vicenda avrà valore solo dal prossimo anno. Stiamo parlando, per chi ancora non lo sapesse, dell'emendamento che doveva andare ad eliminare la possibilità di cumulo vantaggioso tra i conteggi retributivi e contributivi di chi avrà accesso all'Inps con oltre 40 anni di contribuzione e un'età superiore ai 70 anni, con stipendi pubblici elevati. Come spiega il Codacons, l'emendamento del Governo porterà a notevoli risparmi ed è necessaria non solo per motivazioni di equità sociale, ma anche per liberare risorse da spendere dove vi è reale bisogno.

Cumulo tra i due sistemi previdenziali a favore dei dipendenti pubblici con pensioni elevate sarà sanato solo a partire dal prossimo anno

Di fatto, tra il dire e il fare c'è stato ancora una volta di mezzo il mare della burocrazia e della politica; perché secondo quanto si apprende da fonti giornalistiche, l'emendamento alla legge di stabilità 2015 non è stato tradotto secondo quanto suggerito inizialmente, creando così i presupposti per l'applicazione della sanatoria solo a partire dal prossimo anno. Al momento sembrerebbe che tale condotta sarebbe giustificata da una presunta eccezione d'incostituzionalità, pertanto se si agisse diversamente si rischierebbe di vanificare totalmente il provvedimento.

Resta che secondo il testo definitivo, le misure contenute all'interno dell'emendamento avranno validità solo a partire dal primo giorno del prossimo gennaio. Sul punto vi sarebbe stato il via libera informale dell'Inps, oltre che del Mef, mentre anche il Ministro Boschi (per i rapporti con il Parlamento) avrebbe acconsentito a lasciare proseguire le cose secondo queste modalità.

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