Non si placa il dibattito introno alla Riforma Pensioni 2015, il comparto previdenziale rischia di creare non pochi polveroni al Governo Renzi, che dovrà far fronte alle polemiche su Tfr in busta paga, fondi previdenza, Pil negativo, oltreché dare risposte a tutti quei lavoratori che attendono, impazienti, che vengano approvate misure riguardanti la pensione anticipata.
Pensioni 2015, novità: abolizione Legge Fornero e pensione anticipata
Per quanto concerne il tema Riforma Pensioni 2015 le ultime novità, che potrebbero davvero stravolgere il riassetto previdenziale italiano, riguardano il sì della Corte di Cassazione al referendum voluto dalla Lega per abolire la Riforma Fornero.
Legge che ha creato non pochi problemi dalla sua entrata in vigore a diversi cittadini, ricordiamo, infatti, che molti degli attuali lavoratori disagiati (Quota 96 della scuola, esodati, precoci, usuranti) sarebbero ben lieti di mandare in pensione la Riforma Fornero.
Salvini che ha già raccolto 500 mila firme si dice fiducioso su Facebook "Ora manca l'ultimo passaggio, ossia l'Ok della Corte Costituzionale." E aggiunge, donando speranza a molti favorevoli alla sua iniziativa: "Se a Roma non ci faranno scherzi, in primavera si cancella la Fornero".
Nell'attesa che il sogno di molti si trasformi in realtà, l'opinione pubblica continua a sperare nell'ultima proposta di Damiano, che al momento parrebbe la più fattibile vista l'assenza di fondi nel comparto pensionistico.
Cesare Damiano ha riproposto la Quota 100, che consentirebbe a tutti coloro che sommando età anagrafica ed anzianità contributiva arrivino alla soglia 100, di poter accedere alla pensione anticipata.
Se da un lato si intravedono in lontananza possibili spiragli per raggiungere prima l'agognata pensione, dall'altra non mancano i timori che questa porti con sé un assegno pensionistico sempre più magro, gli ultimi spauracchi dei lavoratori sono il Tfr in busta paga, l'aumento sui fondi previdenza e la doccia fredda del Pil negativo che potrebbe portare ad una diminuzione del montante previdenziale.
Tfr in busta paga, Pil negativo, fondi previdenza: cosa resterà delle pensioni?
Il Tfr in busta paga continua a non convincere parecchi esponenti politici, infatti sono pronti gli emendamenti che chiedono di sopprimere la norma ( 4 emendamenti di deputati Pd, 2 del M5S, 1 di Fi, e 1 da Fratelli d'Italia) oppure di agire sul tipo di tassazione, come richiesto da Maino Marchi e Marco Causi (Pd), affinché l'anticipo del Tfr sia assoggetto a tassazione "separata" e che il lavoratore possa revocare la propria scelta dopo 1 anno.
Si teme, allarme Bankitalia, che l'anticipo del Tfr possa condurre un domani verso una pensione non dignitosa.
Oltre a ciò si aggiunge l'intervento del Governo Renzi sul settore della previdenza privata che prevede l'aumento dell'imposta dal 20% al 26% per le casse dei professionisti iscritti all'ordine e un aumento dell'aliquota sui fondi pensione dall'11,5% al 20%.
Inoltre vi è il rischio, a causa dell'andamento del Pil, che il montante contributivo di ogni lavoratore venga rivalutato negativamente. Il problema nasce a causa della Riforma Dini del 1995 che prevede che la rivalutazione del montante contributivo previdenziale si basi sull'andamento del PIL italiano. Le pensioni dunque, un domani, anche se di poco, potrebbero essere più leggere. Il Governo per arginare il problema dovrebbe provvedere a modificare le regole, al fine di garantire almeno un tasso di rivalutazione nullo.