I giudici della Corte Europea, chiamati a giudicare sul caso di un baby sitter di 160 kg licenziato a suo dire perché obeso, hanno dichiarato che l'obesità a volte può costituire un vero e proprio handicap. Questo avverrebbe, sempre secondo i giudici della Corte Europea, solo nel caso in cui l'obesità, secondo il diritto europeo, impedisca il corretto svolgimento del lavoro al pari di quello che avviene con altri tipi di disabilità. Questo è sicuramente un problema molto delicato e che interessa tantissime persone e aziende dei vari stati appartenenti all'Unione Europea.
Infatti tutto questo vuol dire che le imprese dovranno trattare i lavoratori colpiti da grave obesità come dei veri e propri disabili fornendo loro spazi speciali, parcheggi e poltrone più grandi e strutture consone alla loro "disabilità". Infatti l'obesità considerata alla stregua di un vero e proprio handicap non deve divenire causa di ostacolo al corretto svolgimento della propria prestazione lavorativa così come indicato da svariate norme del diritto europeo. Irrilevante per la corte sarebbe invece la questione sulle origini della obesità, cioè se essa è stata provocata dalla responsabilità del soggetto interessato o da cause genetiche.
Questo perchè il concetto di handicap così come inteso da una direttiva europea, non tiene conto delle origini che hanno causato lo stato di disabilità ma mira esclusivamente ad eliminare tutti gli ostacoli al fine di garantire il principio di uguaglianza fra tutti i lavoratori.
Infine fa molto discutere la decisione della corte di non stabilire alcun indice di massa corporea al di sopra del quale si possa parlare di obesità tale da essere considerata un handicap. Infatti la corte ha stabilito che la situazione va valutata caso per caso ogni qual volta ne viene sollevata la questione. Questo però ha sollevato numerose critiche soprattutto e in special modo dai rappresentanti degli avvocati britannici secondo cui questa decisione solleverà una grande confusione e molti processi inutili.