Alla fine è andata come avevano preannunciato qualche mese fa, le news ci dicono che docenti Quota 96 e Ata si sono stabiliti davanti al Senato per fare uno sciopero della fame della durata di 3 giorni (10-11-12 dicembre). Ieri è iniziata la protesta che seguirà nella giornata di oggi ed in tutta quella di domani. Un triste finale che però potrebbe portare alla luce un nuovo inizio, almeno questa la speranza di chi sta prendendo parte a questo atto estremo. I Quota 96, stavolta associati con il personale Ata, chiedono che il governo passi finalmente dalle parole ai fatti, e pongano rimedio a questa ingiustizia che a questo punto sta diventando semplicemente irrazionale, senza logica, oltre che immorale.

La scelta degli aventi diritto è stata drastica, lo sciopero della fame è una protesta pacifica, ma pericolosa. Il caso però è urgente, il 15 gennaio è il termine ultimo per presentare domanda di pensione, ed al momento i diretti interessati non possono presentarla per le problematiche più volte esposte in passato relative alla riforma Fornero. Lo sciopero della fame non sarà isolato, ma coordinato negli stessi giorni da altri presidi in vari distretti scolastici sparsi per il paese. Tutti i Quota 96 sono solidali con il gruppo che si è immolato davanti al Senato, ma attenzione. Un comunicato avvisa che, qualora anche dopo questa protesta non arrivassero segnali da parte del governo, si passerà ad iniziative "più eclatanti".

La situazione potrebbe quindi degenerare, fino a sfociare nella violenza. Ci auguriamo di no, speriamo che non si passi dalla ragione al torto, è anche vero però che quando la disperazione sopravanza, e il grido di aiuto non viene accolto da nessuno, allora la violenza diventa uno sfogo quasi naturale. Starà al governo leggere questo malessere in tempo e riuscire a placarlo nel modo giusto, ossia risolvendo questo paradossale errore.

I Quota 96 fanno altresì sapere di non voler accettare soluzioni alternative alla pensione maturata, ossia quelle proposte che negli ultimi giorni erano state avanzate da alcuni come l'inserimento in non prcisati organici funzionali con ruoli, tra l'altro, ben poco definiti.