L'argomento Pensioni è ancora al centro delle discussioni. Numerose sono state le proposte avanzate, ancora allo studio del Governo che è ancora a lavoro per tappare i buchi lasciati dalla precedente Riforma Fornero. Esodati, Quota 96 del comparto scuola, pensioni d'oro, maggiore flessibilità in uscita, lavoratori usuranti e precoci, opzione donna e pensionamento anticipato, queste le questioni che devono essere ancora risolte. A questi vanno aggiunte le pensioni di invalidità, ovvero quelle prestazioni di tipo economico che vengono erogate a favore di coloro che si vedono la loro capacità lavorativa ridotta a meno di un terzo a causa di infermità mentale o fisica.
Questa volta, ad intervenire è la Confederazione anziani pensionati delle Acli che lancia una proposta al fine di garantire il minimo vitale per migliaia e migliaia di invalidi. Ciò, riguarda in modo particolare tutte le pensioni di invalidità liquidate secondo il metodo contributivo (sulla base dei contributi effettivamente versati), i quali importi non superano i 173 euro mensili corrisposte a coloro che hanno intrapreso l'attività lavorativa nel 1995. con l'introduzione della riforma sulle pensioni del Governo Dini, infatti, è stata abrogata anche la cosiddetta integrazione del minimo, secondo la quale per gli assegni più bassi lo Stato integrava l'assegno in modo tale che un pensionato percepisse almeno 502 euro al mese.
"La nostra proposta di legge mira ad affermare il principio che accanto alle ragioni contabili devono trovare riconoscimento le ragioni di vita per tutti", ha affermato il presidente nazionale delle Acli Gianni Bottalico, secondo il quale con un assegno con importo pari a 173 euro mensili è impossibile sopravvivere. Stando a quanto riportato sul portale "Pensioni Oggi", lo Stato dovrebbe stanziare almeno 75 milioni euro per far fronte a probabili aumenti sugli assegni di invalidità per chi percepisce assegni più bassi.
A tal proposito rimane da ricordare ciò che sancisce l'articolo 38 della Costituzione Italiana: " i lavoratori hanno diritto che siano assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità, vecchiaia e disoccupazione volontaria. Interessante è stata la proposta di legge arrivata dalla Confederazione anziani pensionati delle Acli ma anche il sottosegretario del Welfare dice la sua: "il problema sollevato dalle Acli apre un capitolo più vasto".