Continua il momento di grande fermento riferito al comparto previdenziale: al centro del dibattito l'istituto della pensione anticipata 2015, uno dei primi che finirà sotto la 'longa manus' del governo Renzi, che almeno sulla carta dovrebbe puntare a riformarne i meccanismi di funzionamento prevedendo una struttura più elastica e meno rigida. Da una parte il piano stilato dal neo presidente INPS Tito Boeri, che punta alla costituzione di un range di requisiti più sfumato, dall'altra il premier Renzi, che continua a rimanere insensibile dinnanzi ai numerosi appelli mossi da sindacati, forze politiche e parti sociali.

Gli ultimi in ordine di tempo sono arrivati quasi all'unisono da parte di CGIL e UIL, con la CISL che ben presto si unirà al coro tramite la presentazione di un preciso programma di intervento. Il sindacato rosso ha in particolare inviato una nota al governo Renzi chiedendo una pensione anticipata 2015 fissata a partire dai 60 anni di età o possibile comunque non appena si siano raggiunti i 40 anni di contributi, misure che nella sostanza richiamano molto da vicino le ipotesi formulate dal presidente della Commissione Lavoro Cesare Damiano. Anche l'istituto della pensione di vecchiaia potrebbe subire delle modifiche, con un percorso che per il 2016 pare comunque già tracciato.

Pensione anticipata e di vecchiaia 2015, uscita a 60 anni o Quota 40? Renzi, Boeri e CGIL - I sindacati tornano alla carica

La riforma attualmente allo studio potrebbe dunque riformare pensione anticipata 2015 e pensione di vecchiaia, in che modo? Partendo da quest'ultima, per accedervi ad oggi gli uomini hanno bisogno di 66 anni e 3 mesi (che dal 2016 diverranno 66 anni e 7 mesi), mentre per le donne il contesto di riferimento è più articolato: 66 anni e 3 mesi se dipendenti nel pubblico (66 anni e 7 mesi dal 2016), 64 anni e 9 mesi se autonome (66 anni e 1 mese dal 2016) e 63 anni e 9 mesi se dipendenti nel privato (65 anni e 7 mesi dal 2016). Requisiti tutt'altro che morbidi, che in un'ottica di impatto sociale ci si augura non vengano più toccati dal governo Renzi dopo il provvedimento ratificato alcune settimane fa dal MEF. Per quanto concerne invece la pensione anticipata 2015 il dibattito è più che mai acceso, con i sindacati sul piede di guerra: la CGIL chiede la Quota 40 (intesa come anni di contribuzione) o un pensionamento possibile per tutti a quota 60 anni di età, la UIL chiede di essere maggiormente coinvolta e si appella al Premier Renzi perché includa anche i sindacati al tavolo dei lavori, la CISL (la voce fuori dal coro) si prepara invece a presentare la propria proposta di riforma.



In particolare le richieste della CGIL ricordano molto da vicino le ipotesi formulate dal presidente della Commissione Lavoro Cesare Damiano, che vorrebbe una pensione anticipata 2015 fissata per tutti a Quota 62 anni di età più 35 di contributi o in alternativa la configurazione di Quota 100 come somma tra età anagrafica e età contributiva. Più sfumata e meno delineata la proposta di Boeri, che sin qui ha parlato solo dell'esigenza di dotare l'intera macchina previdenziale di un maggior livello di flessibilità in uscita. Sindacati, parti sociali e forze politiche avranno comunque il peso che deciderà di accordargli Renzi, che ha già dimostrato in varie circostanze la portata del proprio 'potere'. Il grande timore è che il Premier dia libero sfogo a proposte, ipotesi e tavoli di confronto salvo poi rifugiarsi nell'ennesima manovra 'tampone' che nulla risolverebbe ma che accontenterebbe l'UE, con Angela Merkel che scruta i piani italiani 'controllandoli' dall'alto. Seguiremo i prossimi sviluppi, se desiderate rimanere aggiornati vi invitiamo a cliccare il tasto 'Segui' poco sopra il titolo dell'articolo.