Prosegue su larga scala il dibattito riferito a previdenza e riforma pensioni 2015: come abbiamo avuto modo di sottolineare nel corso di precedenti contributi, l'impressione è che si vadano polarizzando schieramenti sempre più definiti, con l'asse Boeri-Damiano da una parte e il trio formato da Renzi, Padoan e UE dall'altra. Il neo presidente INPS e il presidente della Commissione Lavoro puntano alla messa in piedi di un iter ampio e articolato per eliminare le sperequazioni del nostro sistema previdenziale e risolvere le numerose vertenze sociali ancora aperte, laddove invece il premier Renzi sembra pensare più ad una manovra 'col freno tirato', più ridotta e meno invasiva.

Il motivo? Le pressione dei membri dell'UE, che nel corso dell'ultimo meeting tenutosi a fine gennaio con l'ex sindaco di Firenze e con il Ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, hanno ribadito come i margini di spesa dell'Italia lato previdenza siano evidentemente ridotti. Le notizie su previdenza e riforma Pensioni 2015 aggiornate ad oggi 12/02 raccontano dunque di un possibile scontro tra due 'fazioni' contrapposte con un vincitore quasi scontato; questi 11 mesi di mandato hanno pienamente dimostrato il peso del Premier nel prendere le decisioni importanti, senza il pieno appoggio di Renzi dunque il rischio dell'ennesimo grande bluff condotto dal governo potrebbe divenire drammaticamente concreto.



Riforma pensioni 2015, news oggi 12/02: Boeri e Damiano vs Renzi, Padoan e UE, il bluff - Situazione comunque in evoluzione

Per quanto concerne le ipotesi di riforma attualmente al vaglio, le proposte formulate da Boeri e Damiano paiono le più concrete. Il neo presidente INPS vorrebbe un taglio delle pensioni d'oro e starebbe anche pensando alla possibilità di eliminare le sperequazioni cui si faceva cenno pocanzi attraverso il ricalcolo contributivo delle mensilità più elevate, il tutto col fine di reperire le risorse da destinare a chi si trova in difficoltà; l'ex ministro punta invece sull'ormai 'famosa' Quota 100 proponendo in alternativa la configurazione di un'uscita dal lavoro che per tutti risulti possibile una volta raggiunti i 62 anni di età più 35 di contributi. Le news su previdenza e riforma pensioni 2015 aggiornate ad oggi, 12 febbraio, parlano dunque di due schieramenti contrapposti con la presenza però di una variabile che potrebbe cambiare le carte in tavola: stiamo parlando del ministro Poletti, che dopo mesi di totale inattività è tornato ad occuparsi del comparto previdenziale evidenziando l'assoluta necessità di perseguire un iter di riforma che preveda un percorso normativo in deroga a quanto statuito dalla Legge Fornero.



Il 'problema' semmai sta nei programmi dal Premier Renzi, che da una parte continua a non interessarsi in prima persona al comparto previdenziale e dall'altra continua a strizzare l'occhio ad Angela Merkel e ai membri dell'UE rassicurandoli su una manovra che sarà comunque 'rispettosa' degli accordi presi. Favorevole ad una riforma delle pensioni 2015 dal raggio d'azione limitato anche il ministro Padoan, che ha in passato ha comunque difeso i 'meccanismi di funzionamento virtuosi' apportati all'intero sistema dalla Legge Fornero. La conclusione dei lavori attinenti al Jobs Act segnerà l'avvio del dibattito relativo alla ricostituzione del nostro sistema pensionistico, solo allora il quadro sarà più preciso e meno sfumato. Seguiremo i prossimi sviluppi, se desiderate rimanere aggiornati vi invitiamo a cliccare il tasto 'Segui' in alto a destra.