Le polemiche sulla riforma pensioni 2015 non si placano, soprattutto dopo che Poletti, ministro del Lavoro del governo Renzi, in dichiarazioni che hanno fatto molto discutere, ha sottolineato come la legge Fornero abbia creato una vera e propria emergenza sociale e che, dunque, sia necessario valutare tutte le proposte, anche quella di Tito Boeri che, come sottolineato da più parti, rischia l'incostituzionalità in quanto toccherebbe diritti già acquisiti. Barbagallo, leader della UIL, ha risposto al ministro in maniera molto chiara e diretta, chiedendo che le parti sociali e i sindacati vengano ammesse alla discussione.

A fargli eco è stata la Lamonica della CGIL che ha rilanciato la posta in gioco. Intanto, è scoppiato il caos per quanto riguarda lo stop alle penalizzazioni sulla pensione anticipata: si attende una circolare Inps che chiarisca se lo stop possa avere valore retroattivo sugli assegni già liquidati.

Riforma pensioni: Barbagallo chiede chiarezza al governo e un ruolo maggiore per i sindacati

Barbagallo è convinto che la realizzazione di una riforma pensioni 2015 non possa non passare che attraverso i sindacati. L'idea sarebbe quella di mettere in piedi un'iniziativa comune con gli altri sindacati confederali e di mettere in campo una proposta che possa essere discussa dal governo Renzi. Su questa prospettiva si è detta concorde anche Vera Lamonica, il segretario confederale della CGIL, che ha rilanciato su una serie di problematiche che Renzi e il suo governo sembrano sottovalutare: si tratta del problema delle Pensioni di chi è giovane oggi, soprattutto se svolge lavori stagionali, part-time o con forme contrattuali soggette a nessuna protezione.

L'altra grande questione che viene sollevata è quella che non tutti i lavori sono uguali, con arguzia Lamonica sottolinea come un operaio di 67 anni che lavori su un'impalcatura o una maestra d'asilo alla medesima età sono delle contraddizioni che vanno affrontate, delimitando alcune specificità per i singoli lavori.

Caos Inps sullo stop alle penalizzazioni per la pensione anticipata

Uno dei pochi provvedimenti del governo Renzi, contenuti nella legge di stabilità, in vista di una riforma riguarda lo stop alle penalizzazioni per la pensione anticipata (il riferimento normativo è il comma 13 della legge n.

190 del 2014). Chi andrà in pensione a 62 anni dal 1 gennaio 2015 al 31 dicembre 2017 non subirà le penalizzazioni. A questo punto è scoppiato il caos, la questione è semplice: la contraddizione sta nel fatto che chi è andato in pensione prima del 1 gennaio 2015 avrà una pensione decurtata, chi a partire da quella data non l'avrà.

Si tratta chiaramente di un trattamento difforme e discriminatorio che potrebbe essere impugnato anche in via giudiziale. A questo punto, si attende un intervento del governo Renzi o dell'Inps, anche se è chiaro che questi piccoli correttivi alla legge Fornero - preferiti a una riforma pensioni realmente strutturale - non fanno altro che complicare la situazione.

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