"Ci auguriamo che l'esecutivo torni sui propri passi estendendo la possibilità per le lavoratrici di ottenere il pensionamento con 57 anni di età e 35 di contributi anche oltre il 2015": sono le parole utilizzate dal Movimento 5 Stelle per esprimere la propria posizione sulla vicenda dell'opzione donna. Il partito guidato da Grillo e Casaleggio ha, infatti, chiesto attraverso una nota firmata dall'On.

Chiara Gagnarli di estendere i benefici della norma numero 243 del 2004 fino alla fine del prossimo anno. Al momento la situazione, invece, continua a restare in uno stato di stallo, stante che l'Inps ha deciso di proseguire nel protocollare le domande, ma per poterle approvare definitivamente resta ancora in attesa di un giudizio definitivo da parte dell'esecutivo. Il problema sembra restare ancora una volta il reperimento delle coperture, una passaggio dal quale non sembra possibile prescindere senza oltrepassare gli stretti limiti previsti dal patto di stabilità.

Pensione anticipata con opzione donna: come funziona il meccanismo di quiescenza anticipata di tipo contributivo

D'altra parte, l'idea del pensionamento anticipato ottenuto con il ricalcolo della mensilità sulla base di quanto effettivamente versato non dovrebbe essere troppo distante dai nuovi criteri contributivi a cui sembra far riferimento il Neo Presidente Inps Tito Boeri. Le regole in corso fino al 2014 prevedevano la quiescenza anticipata previo ricalcolo della mensilità sulla base del montante effettivamente accumulato, mentre i requisiti di età e versamenti corrispondevano a 57 anni (58 per chi era lavoratore autonomo) e 35 anni di versamenti. Le circolari dell'Inps numero 35 e 37 risalenti a marzo 2012 hanno, invece, previsto il termine di questa opzione allo scorso anno, avvalendosi della nuova norma sulle aspettative di vita.

Comitati opzione donna: tutto pronto per il ricorso al TAR, ultimi giorni per aderire all'iniziativa

Mentre una risposta definitiva da parte dell'esecutivo tarda ad arrivare, il Comitato opzione donna ha deciso di prendere in mano la situazione e di procedere con una class action, al fine di far valere il diritto al pensionamento anticipato delle proprie iscritte. Il ricorso verrà presentato presso il Tribunale del Tar laziale, ma la raccolta delle adesioni resta valida in tutta Italia fino al prossimo 15/03. Entro la fine di marzo si prevede, invece, di depositare la class action, al fine di ottenere la prima udienza all'inizio della prossima estate; per ricevere maggiori informazioni sull'iniziativa, è possibile visitare la pagina del Comitato Opzione donna su Facebook.

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