Tutto fumo e niente arrosto: finora ancora nulla di concreto da parte del Governo Renzi sulla riforma Pensioni e sulla pensione anticipata, prepensionamento e Quota 100. Nel 2016 assisteremo perfino allo scatto di aspettativa di vita, e verranno chiesti agli italiani ben 4 mesi in più di lavoro. Come si risolve questa situazione? Dopo le varie proposte e le conferme dal Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti e del Presidente dell'Inps Tito Boeri, è stato lo stesso Ministro del Lavoro a ripetere che un'azione sulle pensioni è all'ordine del giorno dell'attuale Governo, ma verrà decisa solo con la prossima legge di stabilità.

A tal proposito, non è ancora chiaro come il gruppo di Renzi vorrebbe intervenire ma, da quanto afferma Poletti, sarebbe necessario prima fare uno studio su tutta la situazione previdenziale italiana, per poi ricavarne qualcosa di buono su tutti i fronti. Secondo sempre il Ministro del Lavoro, si potrebbe partire dai casi più complicati, per poi man mano scendere a quelli meno urgenti.

LE IPOTESI SU PENSIONE ANTICIPATA, PREPENSIONAMENTO E QUOTA 100

Tra le tante ipotesi diffuse, quella del prestito pensionistico sembra quella più accreditata, ma di contro sono intervenuti i sindacati e la minoranza dem, che pensano sia solo elemosina rispetto ai contributi versati dai lavoratori per 40 anni.

Secondo infatti Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro della Camera dei Deputati, queste persone che hanno lavorato una vita, meriterebbero l'assegno pieno, quello che la legge Fornero non ha voluto dare. Le proposte supportate dai sindacati e dalla minoranza dem potrebbero invece mettere d'accordo tutti e sono sostanzialmente due: le uscite a partire da 62 anni e 35 di contributi con una decurtazione massima dell'8%, oppure la quota 100 (magari abbinata ad un meccanismo di penalità simile).

Non ha invece ricevuto molti consensi l'ipotesi di estendere l'opzione contributiva a tutti i lavoratori con calcolo interamente contributivo. Se tale opzione venisse applicata, ai lavoratori verrebbe permesso di uscire con requisiti anticipati (57 anni e 35 di contributi) ma dovrebbero accettare un assegno inferiore anche oltre il 30%. Tale opzione, precisano gli esperti, potrebbe però essere associata ad una delle altre ipotesi, sempre che il Ministro Madia non prenda decisioni inaspettate.