"Dall'elenco dei temi individuati da Renzi è stato escluso quello delle pensioni: ne parlano il Ministro Poletti e il Neo presidente dell'Inps Boeri e se ne discute in Parlamento. È ora che anche Renzi si accorga che il problema esiste e che incide sull'aumento dei nuovi poveri [...] e sul blocco delle assunzioni dei giovani". Quelle riportate sono le dichiarazioni del Presidente della Commissione lavoro alla Camera, attraverso una nota diffusa lo scorso 8 marzo 2015, per invitare l'esecutivo ad una nuova riflessione sul delicato tema della previdenza e sulla presenza di una vasta area di disagio tra i lavoratori che stanno scontando l'irrigidimento dei requisiti previdenziali voluti dalla legge Fornero.

Come ha ben spiegato Damiano, il problema è duplice: da un lato vi sono coloro che vivono situazioni di disagio in età avanzata, come i disoccupati vicini alla quiescenza o i lavoratori esodati. Dall'altro lato vi sono i giovani, che stanno sperimentando un tasso di disoccupazione superiore al 40%, a causa del blocco avvenuto nel normale meccanismo di turn over.

Pensioni anticipate: dichiarazioni di apertura da parte di Poletti e Inps, ma provvedimenti ancora lontani

Proprio al riguardo della chiamata all'azione di Damiano, bisogna sottolineare come al momento resta ancora il subbio su quale sarà la migliore soluzione adottata per flessibilizzare l'accesso all'Inps. Nella scorsa settimana si è registrata l'ennesima apertura di Tito Boeri verso l'adozione di un metodo di ricalcolo contributivo (perlomeno sulle mensilità più elevate); in questo modo, si potrebbe rispettare contemporaneamente i rigidi parametri di bilancio imposti da Bruxelles e le necessità di pensionamento anticipato di molti lavoratori.

Il punto di criticità consiste nel far comprendere all'UE che l'aggravio contestuale al pensionamento dei lavoratori sarà comunque riequilibrato dai risparmi futuri rispetto al sistema retributivo o misto. Di simili opinioni appare anche il Ministro del lavoro Giuliano Poletti: sebbene non si sia ancora espresso a favore di uno specifico meccanismo di pensionamento, ha comunque legato l'attuazione di una misura alla prossima legge di stabilità, al fine di verificarne la coerenza rispetto alla tenuta dei conti pubblici.

Dalla quota 100 al prestito Inps, fino al ricalcolo contributivo: ecco le ipotesi allo studio

Stante la situazione, restano ancora al vaglio dei tecnici le tante ipotesi di pensionamento anticipato che si sono moltiplicate fino ad oggi. Si parte dall'ipotesi di riaprire i termini dei 62 anni di età con 35 anni di versamenti (a cui però corrisponderà una penalizzazione progressiva massima dell'8%), fino al meccanismo del prestito pensionistico e delle mini Pensioni.

Vi è poi la possibilità di concedere un contributivo puro, così come già avviene per l'opzione donna, mentre per i lavoratori la scelta migliore sembra restare la quota 100: una forma di pensionamento anticipato che prevede di unire età anagrafica e anni di versamenti. Purtroppo proprio quest'ultima soluzione sembra la più flessibile, ma anche la più improbabile, perché troppo onerosa per le casse dell'Inps.

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