"Bisogna introdurre un criterio di flessibilità per l'accesso al pensionamento" dichiara il Presidente della Commissione lavoro alla Camera Damiano, spiegando che si tratta di un compito arduo, ma dal quale l'esecutivo non può esimersi perché ci sono migliaia di famiglie che vivono una situazione di disagio e rischiano di entrare a far parte della cosiddetta schiera dei "nuovi poveri".

Il problema ha cominciato a generarsi nel 2011, quando durante un periodo di emergenza nazionale si è deciso di irrigidire in modo molto repentino i parametri anagrafici e contributivi di accesso all'Inps. Questo processo di riforma della previdenza ha portato purtroppo alle conseguenze che ormai ben conosciamo: ampie frange di lavoratori sono rimaste tagliate fuori dal mercato del lavoro e al contempo dalla possibilità di ottenere l'assegno di quiescenza.

Pensioni anticipate, Damiano chiede di agire con urgenza ma i provvedimenti potrebbero arrivare all'inizio del 2016

"Ci aspettiamo dal Governo una risposta concreta nella prossima legge di stabilità" conclude il l'ex Ministro del lavoro Damiano, che sottolinea come i tempi siano stretti e non si può attendere ancora a lungo "per correggere una riforma che ha creato diseguaglianze sociali".

L'esecutivo sembra però ancora deciso ad attendere i rilievi dell'Inps, tanto che nuovi provvedimenti non sono attesi prima della fine dell'anno, con l'approvazione della legge di stabilità e con efficacia effettiva a partire dal primo gennaio 2016. A tal proposito, il consigliere economico dell'esecutivo Carlotta De Franceschi spiega come "stiamo studiando varie proposte, ma come è noto bisogna rispettare gli equilibri di bilancio". Il caso della flessibilizzazione nell'accesso alla previdenza sembra quindi ad uno stadio più avanzato nelle discussioni attualmente in corso presso Palazzo Madama che presso il Governo, con alcune proposte che dovrebbero permettere ai lavoratori di ottenere l'uscita anticipata già a partire dai 62 anni di età e 35 anni di versamenti, oppure attraverso l'accumulo di 41 anni di contribuzione senza ulteriori requisiti.

Riforma dell'Inps, Boeri punta a rinnovare l'assistenza offrendo un reddito minimo agli ultra 55enni

Nel frattempo il Neo Presidente dell'Inps Tito Boeri ha deciso di portare avanti un'azione di tutela anche nei confronti di quei lavoratori che perdono il lavoro attorno alla fascia dei 55 anni di età, con la conseguenza di risultare ancora troppo distanti anche dal pensionamento anticipato ed al contempo di non avere un curriculum spendibile all'interno del mercato del lavoro. L'idea è quella di fornire un reddito di sostegno sulla base dell'Isee. D'altra parete, un recente rapporto della Commissione Europea intitolato "Social investment in Europe" ha indicato come l'Italia resti tra i Paesi meno virtuosi per quanto riguarda la protezione sociale dei lavoratori.

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