Benzinai in sciopero per 48 ore, dalle ore 22 di lunedì 4 marzo alla stessa ora mercoledì 6 maggio. L'agitazione, proclamata dai sindacati di categoria, Faib Confesercenti, Fegica Cisl ed Anisa Confcommercio, è la terza nel giro di due mesi ed interesserà le stazioni di servizio delle autostrade, che resteranno chiuse causando non pochi problemi agli autotrasportatori e a tutti coloro che, in quei giorni, avranno necessità si spostarsi lungo la rete autostradale.

Benzinai chiusi il 4 e 5 maggio e iniziative nella zona dell'Expo.

Il nuovo sciopero dei benzinai è stato annunciato da una nota congiunta delle associazioni di categoria che lamentano 'l'assoluta mancanza di iniziativa' da parte del Ministero delle infrastrutture e del Ministero dello sviluppo economico in merito alle problematiche da tempo sollevate nelle sedi competenti per risolvere il problema dei costi e della qualità dei servizi offerti al 'consumatore' della rete autostradale.

L'agitazione, questa volta, potrebbe non fermarsi alla chiusura delle aree di servizio sulle autostrade. I sindacati hanno infatti fatto sapere che sono allo studio iniziative da mettere in atto in prossimità della rete autostradale nella zona dell'Expo di Milano che sarà, in quei giorni, al centro dell'attenzione per la concomitanza dell'inaugurazione dell'Esposizione Universale. Una cassa di risonanza che i gestori delle aree di servizio vorranno sfruttare per sostenere la loro causa.

Lo sciopero dei benzinai: il perché della terza serrata in due mesi.

Lo sciopero dei benzinai, il terzo dopo quelli del 4-5 marzo e del 31 marzo-1 aprile, ha origine dalla protesta contro il sistema di concessioni governative che, secondo i benzinai, favorisce i gestori delle autostrade a discapito dei prezzi dei carburanti e, quindi, degli automobilisti.

I sindacati contestano al governo un atteggiamento immobilista che tende a garantire gli interessi e le rendite di posizione di cui godono i concessionari autostradali che hanno, come effetto collaterale, il sistematico aumento dei pedaggi; per non parlare dei servizi di ristorazione e dei carburanti, i più cari in Europa, per effetto di un sistema di royalties imposto sulle vendite di benzina, caffè e panini.