Dopo l'annuncio dello sciopero della Scuola indetto dai sindacati per martedì 5 maggio contro il disegno di legge 'la buona scuola' di Matteo Renzi, è lo stesso primo ministro a prendere posizione sulla protesta. Lo ha fatto nel corso di un'intervista all'emittente radiofonica Rlt 102.5, nella quale ha annunciato l'avvio di una 'intensa campagna informativa' sui contenuti della riforma.

Sciopero della scuola: la replica di Matteo Renzi.

Secondo Matteo Renzi, il fatto che i sindacati proclamino uno sciopero contro un governo che assume 100.000 insegnanti, aumenta gli stipendi e si occupa dell'edilizia scolastica, 'fa ridere'.

Quello previsto dalla riforma rappresenta, nelle parole del premier, il più grande investimento fatto da un governo nella scuola che ha anche aggiunto: 'la scuola è delle famiglie e non dei sindacati'. Parole che prefigurano sulla scuola uno scontro frontale tra governo e parti sociali, sulla falsariga di quanto sta già avvenendo sul Jobs act con la Cgil di Susanna Camusso e la Fiom di Maurizio Landini.

Sindacati uniti il 5 maggio: i motivi della protesta.

Lo sciopero della scuola proclamato per il prossimo 5 maggio ha trovato uniti, come non accadeva da sette anni (30 ottobre 2008, contro la riforma Gelmini), tutti i sindacati dei lavoratori della scuola: Flc-Cgil, Cisl scuola e Uil scuola, Gilda-Unams e Snals-Confsal, cui si uniranno gli studenti della Uds e della Rete studenti medi.

I motivi della protesta sono spiegati dal segretario generale della Flc-Cgil, Domenico Pantaleo, che rivendica l'immediata stabilizzazione dei precari, sia docenti che personale tecnico-amministrativo, il rinnovo dei contratti e la realizzazione di una reale autonomia scolastica, basata sulla cooperazione tra tutti i soggetti impegnati nella scuola e il territorio.

Critiche vengono sollevate anche per l'eccessivo concentramento di poteri nelle mani dei dirigenti, presentato come funzionale alla sburocratizzazione della scuola ma che, in realtà, secondo i sindacati, serve solo ad istituire una figura di 'preside-sceriffo'.

La data scelta per la proclamazione dello sciopero non è casuale, dal momento che proprio il 5 maggio è previsto lo svolgimento delle prove Invalsi, altro argomento delle rivendicazione degli insegnanti, che mirano così a farli saltare.