Tralasciando i punti finora più discussi del ddl Buona Scuola del Governo Renzi, ci sono alcune modifiche alla titolarità di cattedra e alla mobilità degli insegnanti che non sono state messe in discussione nonostante introducano alcuni cambiamenti da non sottovalutare sia da chi già lavora sia dai precari della scuola. Scopriamo come cambia la titolarità di cattedra e sede a partire dall'anno 2016/2017 con la riforma scuola approvata dalla Camera.

Addio alla titolarità di cattedra? Cambiamenti in nome della mobilità

Stando a quanto è possibile leggere dai documenti relativi al ddl Buona Scuola e alle informazioni finora diffuse, la titolarità di cattedra è destinata a subire alcune importanti modifiche a partire dal 2016, un cambiamento effettuato per favorire la mobilità e gestire al meglio il personale impiegato nella scuola italiana. Di cosa si tratta nel particolare? Gli insegnanti non potranno più indicare una sede di preferenza e saranno automaticamente inseriti in albi territoriali (una volta divenuti soprannumerari, in pratica superflui per quel determinato istituto scolastico) che potrebbero superare anche i confini della singole province in una determinata regione per essere successivamente impiegati dove necessari (una sorta di mobilità forzata su un territorio che potrebbe risultare anche particolarmente ampio).

I docenti potranno semplicemente richiedere il trasferimento da un albo territoriale ad un altro tramite apposita domanda o dovranno rinunciare ad un eventuale spostamento per mantenere la titolarità di cattedra nell'istituto in cui risultano impiegati al momento dell'attuazione di questa modifica introdotta con la Buona Scuola di Renzi. Inoltre, in questo contesto si inserisce anche l'incognita dell'autonomia e dei poteri dei dirigenti scolastici che potranno direttamente influenzare la mobilità tramite le proposte di incarico triennale previste sempre dallo stesso disegno di legge. Restano comunque ancora da chiarire alcuni punti come ad esempio i criteri per la definizione dei confini di un albo territoriale da parte degli uffici territoriali o il destino dei docenti precari.

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