Dopo la sentenza dell consulta che è intervenuta in merito alla riforma delle Pensioni e ha costretto il governo Renzi a varare un decreto legge per restituire, in parte, ai pensionati con assegni superiori a tre volte il trattamento minimo, il mancato adeguamento al costo della vita, il tema della riforma delle pensioni, complice anche il prossimo turno elettorale in sette regioni, sembra essere all'ordine del giorno negli interventi dei ministri del governo e dello stesso premier.
Pensione anticipata a 62 anni con penalizzazioni
Tra le tante ipotesi che si susseguono di giorno in giorno, con una ridda di annunci relativi a tagli, quote e penalizzazioni varie, l'ipotesi che il governo Renzi, sembra, stia prendendo seriamente in considerazione è la riforma delle pensioni prevista nel disegno di legge dell'ex ministro Damiano e da Baretta e Gnecchi che prevede la possibilità, per i lavoratori che abbiano conseguito almeno 35 anni di contributi, di lasciare anticipatamente il loro posto di lavoro a partire dall'età di 62 anni.
Considerati gli attuali limiti anagrafici previsti per il conseguimento della pensione, si avrebbe un anticipo di ben quattro anni che potrebbe far gola a molti lavoratori che stanno aspettando una soluzione non molto traumatica per ritirarsi dal lavoro; nello stesso tempo il governo potrebbe finalmente mettere in atto la tanto attesa "staffetta generazionale" consentendo alle nuove generazioni di entrare nel mondo del lavoro. Naturalmente, per non creare sconvolgimenti nel già precario bilancio dell'Inps, l'uscita anticipata a 62 anni di età e 35 di contributi, comporterà delle penalizzazioni per i lavoratori che dovessero prendere in considerazione questa opzione.
Penalizzazione per uscita anticipata a 62 anni: le stime della Uil
La proposta contenuta nel disegno di legge Damiano/Baretta/Gnecchi sembrerebbe, come si diceva, quella più accreditata in tema di riforma delle pensioni, tanto che il centro studi della Uil ha elaborato per il quotidiano "La Stampa", gli effetti che il taglio del 2% per ogni anno di anticipo previsto produrrebbe in termini di perdita economica per i lavoratori che decidessero di andare in pensione con quattro anni di anticipo.
Il calcolo elaborato dalla Uil prevede varie ipotesi di pensionamento anticipato in base al disegno di legge depositato, con simulazioni di reddito da lavoro dipendente che vanno da 20.000 euro a 60.000 euro, e requisito anagrafico/contributivo di 62-65/35-40 con uscite dal 2015 al 2020.
Le penalizzazioni variano da
- da 19 euro a 88 euro al mese per redditi da 20.000 euro
- da 29 a 133 euro al mese per redditi da 30.000 euro
- da 57 a 260 euro al mese per redditi da 60.000 euro