Alla Camera dei deputati l'articolo più contestato, il numero 9 del disegno di legge sulla Buona Scuola del Governo Renzi, quello relativo ai super-presidi, ha avuto l'approvazione. Ma la maggioranza non è schiacciante: 224 deputati hanno votato sì, 100 no e 11 si sono astenuti. Sono usciti dall'aula al momento del voto i dissidenti Dem: guidata da Stefano Fassina, la minoranza del Partito democratico chiede a gran voce le dimissioni del ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini.
Dunque è riconosciuta la figura del preside-sceriffo, cardine della riforma del Premier Renzi: il dirigente scolastico avrà potere di chiamata dei docenti che verranno assunti nella propria Scuola ed avrà una serie di responsabilità ampliate nella scuola che verrà.
Ddl Scuola Renzi, si va verso un nuovo sciopero?
Il nuovo preside non piace, però, alla scuola: ai docenti, di ruolo e precari, agli studenti, ai sindacati ed anche agli stessi dirigenti scolastici.
Tutti sono pronti a scendere in piazza di nuovo come nello sciopero generale svoltosi lo scorso 5 maggio se al Senato al disegno di legge non verranno fatte le modifiche richieste e sulle quali Renzi aveva mostrato una certa apertura.
Al Senato sarà vera battaglia: la stretta maggioranza incassata alla Camera, la spaccatura interna al Partito democratico, la posizione non definita di Forza Italia (ieri ha votato a favore della chiamata diretta dei presidi), fanno pensare ad un percorso in salita del Ddl scuola, soprattutto se il Governo dovesse decidere di porre la fiducia sul provvedimento.
Se ne riparlerà ad inizio di giugno, dopo le elezioni di fine maggio, ma la Commissione istruzione potrebbe lavorare sul disegno di legge già a partire dalla prossima settimana: la cronologia del lavori è stata fissata in tempi strettissimi per permettere la votazione finale del Ddl entro la metà di giugno.
Emendamenti al Ddl: potere presidi, Comitato valutazione, parte delle assunzioni rinviate di un anno?
Andranno, quindi, ridefiniti gli emendamenti della riforma, soprattutto per quanto riguarda i poteri dei presidi: si lavorerà per un ridimensionamento della chiamata diretta dei dirigenti scolastici eventualmente variando le competenze del Comitato di valutazione.
A proposito di quest'ultimo organo, l'ipotesi è quella di far scomparire i genitori e gli alunni dalla composizione varata dal Ddl (preside, 2 docenti dello staff, due genitori fino alle medie inferiori, un genitore ed uno studente dalle superiori).
Ed infine, le ipotesi di modifica del contingente dei docenti da assumere: dai centomila precari da stabilizzare, si vorrebbero dare maggiori garanzie agli insegnanti inseriti nella seconda fascia delle graduatorie di istituto. Ma ciò significherebbe rinviare di un anno una quota delle immissioni in ruolo.