Matteo Renzi la smetta con l'arroganza di chi a forza di fiducie in Parlamento pretende di imporre riforme promosse da lobby interessate al business Scuola. Di questo ne sono convinti i Cobas che ritengono scorrette le manovre di disturbo dello sciopero del 5 maggio. Come scritto da orizzontescuola.it, l'agguerrito sindacato rappresentato dal suo portavoce nazionale, Piero Bernocchi, è ormai scontro totale con l'esecutivo Renzi.

Tentare di spostare le prove Invalsi, grazie alla delega che il Miur ha concesso al relativo istituto, oltre che un ingiustificato atto di forza si è rivelato un clamoroso autogol che ha rinforzato le ragioni dello sciopero del 5 maggio. Gli appuntamenti previsti per manifestare a favore del ritiro del Ddl scuola sono fissati per le ore 10 davanti al Miur e per le 12,30 davanti a Montecitorio.

La nota FlC Cgil

Pervengono alla Flc Cgil, come segnalato dallo stesso organismo sindacale sul sito FlcCgil.it, alcune segnalazioni riguardanti lo spostamento delle prove Invalsi. Nella circostanza la Flc Cgil precisa che l'Istituto Invalsi non ha l'autorità necessaria ad impartire disposizioni di questo tenore alle scuole, specialmente in virtù del fatto che il Miur non ha provveduto ad inoltrare alcuna comunicazione tendente ad una riorganizzazione delle attività scolastiche.

Pertanto viene chiesto che dette circolari vengano annullate e viene altresì rammentato che le stesse si configurano lesive del diritto di sciopero garantito dalla Costituzione. In caso contrario si può ravvisare con assoluta certezza un comportamento antisindacale ai sensi della Legge 300/70; lo stesso Miur è già stato oggetto di diffida per questo tipo di condotta.



Il boicottaggio

Sul sito cobascuola.it il sindacato illustra i dettagli delle proteste da mettere in atto, stante l'impossibilità di fare sciopero per tre giorni consecutivi (vedasi legge 146/90). I Cobas sono pronti a sostenere il blocco degli scrutini in caso di mancato ritiro del Ddl scuola e per assicurare il pieno successo dell'iniziativa a favore del ritiro del Ddl propongono la formazione di Casse di desistenza, ossia la costituzione di raccolte fondi volontarie da destinare ai docenti che si vedranno applicare le trattenute sugli stipendi per le giornate in cui svolgeranno le agitazioni.

Le due giornate in cui ci si asterrà delle attività lavorative sono il 5 e il 6 maggio, mentre per giovedì 7 maggio occorrerà fare boicottaggio nelle scuole come spiegato nei vademecum scaricabili dal sito sopra citato. Inoltre tutti i sindacati suggeriscono e raccomandano ai propri iscritti di non firmare nessuna dichiarazione di sciopero alle segreterie, stanti le norme contenute nella legge sul diritto di sciopero.