Matteo Renzi avverte la pressione esercitata dal popolo di docenti precari infuriati per una riforma di stampo dirigista e confida ai suoi il timore di perdere voti alle prossime amministrative. La notizia si trova su Huffington Post dove si riferisce di alcune modifiche relativamente alla figura dei dirigenti scolastici. Lo sciopero del 5 maggio prossimo preoccupa e non poco il premier che sta già pensando ad allargare le maglie per le assunzioni dei precari delle Graduatorie di Istituto. Sarebbero loro garantite ancora le supplenze per tutto il prossimo 2015/2016 riservandosi di definire i criteri con i quali bandire il prossimo concorso.

Questo significherebbe riconquistare lo zoccolo duro dell'elettorato del PD che continua a manifestare attraverso i flashmob nelle piazze italiane. Ma ai più queste appaiono solo sterili manovre di disturbo al prossimo sciopero.

Nessuna concessione

Occorre che si mettano d'accordo tutti i sindacati, da Snals a Cgil, da Gilda a Uil e Cisl, su un punto, l'unico in grado di compattare la protesta di un popolo docente gravemente deriso dal ministro dell'istruzione Giannini che li ha definiti squadristi. In un articolo a firma Anna Angelucci sul Manifesto si mettono in guardia le associazioni sindacali dall'accontentarsi di qualche emendamento come la riduzione dei poteri dei dirigenti scolastici e la garanzia delle supplenze per chi è in II e III fascia delle GI per il rischio insito in tutto un Ddl giudicato inemendabile di creare le condizioni per una futura devastazione della Scuola pubblica in favore di quella privata.

Ciò che Renzi avrebbe in animo di fare, come descritto dall'Huffington Post che riportava dell'incontro tra il premier e i suoi, è solo portare manovre di disturbo allo sciopero del 5 maggio affinché venga revocato.

Le polemiche sui posti liberi

Il M5S dice che sono 120 mila mentre Faraone, intervistato da La Stampa, nega l'evidenza e controbatte confermando il numero delle 10071 assunzioni.

In un articolo su Orizzontescuola.it che scende nel dettaglio dell'intervista del sottosegretario viene anche ipotizzata la fiducia al Ddl qualora i tempi dovessero venire a mancare. E intanto comincia l'esame degli emendamenti che dovranno essere discussi prima di arrivare alla stesura definitiva del testo da trasformare in legge.