Attraverso le pagine di orizzontescuola.it l'Associazione Nazionale Docenti comunica il proprio punto di vista in merito ad una riforma della Scuola di cui si parla in modo assolutamente insoddisfacente su televisioni e giornali. Non c'è nessuna democrazia in un provvedimento che pretende di calare dall'alto norme perfino incostituzionali tendenti alla diffusione di un concetto diffuso di precarietà all'interno della scuola pubblica italiana, ancorché giustificato da discutibilissime ragioni di bilancio. Preoccupano molto alcuni articoli del Ddl in discussione in questi giorni alle camere in virtù di un indirizzo verticistico attribuito a pochi eletti chiamati a decidere il futuro di docenti e studenti italiani.

Il Commento preciso dell'Associazione Nazionale Docenti è che questa riforma rappresenti una aggressione alla libertà della persona, alla sua dignità e in genere un affronto alla democrazia.

Salvaguardare la libertà di insegnamento

Come ha già avuto modo di esternare Fernando Imposimato, che ha esortato i docenti a rimanere uniti in questa battaglia a tutela dei diritti democratici per un libero insegnamento, la scuola è il fulcro attorno al quale si regge la democrazia di un Paese. Il disegno di legge Giannini-Renzi, secondo il pensiero dell'associazione docenti, si configura come un attacco grave a quei principi insiti nel sistema educativo italiano. Attraverso questa riforma si avvelena un organo fondamentale per garantire quella democrazia conquistata col sangue dei nostri avi che per essa combatterono e morirono nella grande guerra.

Pensare di togliere la libertà d insegnamento come garantito dall'art. 33 della nostra Costituzione equivale a chiedere ad un gabbiano di volare senza le ali. La Costituzione è spesso dimenticata in troppi passaggi.



Certezze minate

Che si tratti di una riforma autoritaristica appare chiaro alla lettura di determinati articoli.

Basti guardare infatti all'art. 21 del Ddl e all'ampio spettro di interventi che lo Stato si garantisce per gli anni a venire al fine di riformare ulteriormente la scuola. Le certezze del lavoro vengono a crollare e persino come disposto dall'art.9 dello stesso Ddl, i docenti delle Gae interessati dal piano di assunzioni, non avranno la certezza di entrare effettivamente di ruolo.

Ci sarà un anno di prova della durata di 180 giorni in cui si verrà valutati all'improvviso, anche entrando in classe senza preavviso. Al termine, o anche durante lo stesso periodo, una valutazione negativa dell'aspirante docente potrà trasformarsi in dispensa dal servizio con effetto immediato. A quel punto si dovrà ripartire da zero rifacendo un nuovo concorso per riprovare ad entrare di ruolo. Che serva un'altra giornata di flashmob per richiamare l'attenzione?