Docenti precari e famiglie degli studenti sono in mobilitazione per respingere un Ddl Scuola che vuole introdurre un concetto privatistico che deve rimanere avulso dalla Cosa pubblica. Ma mentre si svolgono i flashmob nelle piazze italiane qualche collega segnala tentativi di intimidazione da parte delle segreterie scolastiche circa l'adesione alle manifestazioni di protesta e qualche preside annuncia lo spostamento delle prove Invalsi. Orizzontesuola it dedica un articolo alla denuncia dei Cobas che si dichiarano pronti a intervenire dietro segnalazione dei colleghi che hanno ricevuto indebite pressioni.

La posizione assunta dall'intera categoria docente è quella di continuare con la protesta fino a completo ritiro del ddl scuola del governo Renzi ricorrendo anche al blocco degli scrutini.

La protesta ad oltranza

Consultando la sezione archivi disponibile sul sito cgil.it si può accedere a quanto disciplina la legge 146/90 sul diritto di sciopero e relative limitazioni con diritto di precetto. La stessa prende le mosse da quella dell'11 aprile 2000 numero 83 che regola lo sciopero nei servizi pubblici essenziali, la scuola tra questi. Se da un lato vige un preavviso minimo di dieci giorni per la precettazione in genere, non altrettanto precettive sono quelle rivolte alle prestazioni che non rientrano in quelle indispensabili.

Le associazioni sindacali si riservano pertanto di promulgare il blocco degli scrutini di due giorni mentre i Cobas, come riportato da orizzontescuola.it, si dichiarano pronti a denunciare quei dirigenti scolastici che spostino le prove Invalsi, stabilite in concomitanza cioè con lo sciopero nazionale generale del 5 maggio.

Altolà ai dirigenti scolastici

Le attività riguardanti le prove Invalsi sono classificate come prestazioni non indispensabili, non ostative al diritto di sciopero e perfettamente lecite come da relativa legge 146/90.

Giungono voci di presidi che stanno comunicando agli insegnanti lo spostamento delle prove della seconda e quinta elementare previste per il 5 e 6 maggio e quelle valide per le seconde superiori del 12 in altra data. Questa condotta, ammoniscono i Cobas, è gravemente anti sindacale perché comunicazioni di questo genere sono illegittime e rappresentano un sottile tentativo di terrorismo psicologico in danno dei docenti precari. I Cobas, continua orizzontescuola.it, sono pronti alla denuncia e raccomandano agli iscritti di segnalare casi di questo genere alle Rsu onde procedere d'ufficio.