Prosegue ininterrotto il dibattito intorno al tema riforma pensioni e pensione anticipata, Damiano torna a chiedere insistentemente al Governo Renzi che si torni a parlare seriamente di flessibilità. Se da un lato vi è la gioia dei pensionati nel sapere che l'esecutivo sta intavolando un confronto con il Tesoro e l'Inps per comprendere come restituire il denaro sottratto dal blocco della rivalutazione, voluto dalla Fornero e ora risultato incostituzionale, dall'altro vi è il timore che il buco creatosi da 10 miliardi di euro nelle casse dell'Inps porti la parola fine sugli interventi a favore della pensione anticipata e dell'uscita flessibile.

Riforma pensioni e blocco delle indicizzazioni: si ripristini il tavolo di concertazione con i sindacati dei pensionati

Il Governo Prodi, precisa il presidente della Commissione Lavoro, nel 2007 aveva istituito un tavolo di concertazione con i sindacati dei pensionati, ora dopo anni in cui questo strumento è stato abbandonato dall'esecutivo sarebbe opportuno ripristinarlo. Coinvolgere direttamente i soggetti interessati dal blocco delle Pensioni, dice Damiano, tornerebbe utile per comprendere quale potrebbe essere il meccanismo migliore per restituire quanto tolto in passato con la mancata indicizzazione delle pensioni superiori a tre volte il minimo.

Inoltre sarebbe bene non dimenticare che oltre a rendere il 'maltolto' i pensionati restano pur sempre in attesa di misure atte a correggere il sistema previdenziale attuale. La flessibilità e dunque l'introduzione di un meccanismo come l'uscita anticipata a partire dai 62 anni potrebbe essere la risoluzione del dramma previdenziale di molti soggetti.

Il rischio, prosegue Damiano in una nota, è che per correggere una falla, la mancata indicizzazione delle pensioni dal 2012 in poi, si rischi di perdere di vista la necessità di approvare strumenti utili all'uscita flessibile aprendone dunque un'altra. La correzione doverosa, prosegue il presidente della Commissione Lavoro alla Camera, non può prescindere da una riforma pensioni che si occupi anche di interventi mirati al ricambio generazionale e che dunque conceda meccanismi di pensione anticipata con il ritorno al sistema delle quote (100, 97 e 41).

Stando alle ultime novità parrebbe che il Governo Renzi , per limitare l'onerosa spesa, starebbe pensando di rimborsare solo una parte dei pensionati: coloro ad esempio che hanno gli assegni più bassi, la mancata rivalutazione potrebbe rimanere in vigore per le pensioni superiori ai 3000 euro lordi al mese. Sarà forse questo il modo per conciliare la restituzione del denaro sottratto ai pensionati con il blocco della rivalutazione senza dover rinunciare alla tanto richiesta flessibilità? Vi terremo certamente informati