Sempre più rovente il clima politico attorno alla riforma Pensioni dopo la clamorosa sentenza della Corte Costituzionale sull'adeguamento dei trattamenti pensionistici che era stato fissato dalla legge Fornero, la manovra previdenziale varata nel 2011 dall'esecutivo guidato dal premier Mario Monti sostenuto dall'ampia maggioranza parlamentare delle cosiddette "larghe intese". Le organizzazioni sindacali di categoria dei pensionati - Fnp-Cisl, Spi-Cgil, Uilp-Uil - insistono così come i segretari generali dei tre sindacati più rappresentativi in Italia, sulla necessità dell'apertura urgente di un tavolo di discussione con il Governo Renzi sul delicato capitolo della riforma pensioni 2015.

Riforma pensioni, confronto Governo Renzi sindacati: comunicato congiunto di Cgil, Cisl e Uil

Ma anche sulla nuova governance e la mission dell'Inps adesso diretta dal presidente Tito Boeri che entro giugno dovrebbe presentare all'esecutivo le sue proposte, formulate alla luce degli esiti delle nuove rilevazioni sul sistema previdenziale, per modificare la legge Fornero e introdurre, in un sistema più equo e flessibile, nuovi meccanismi di uscita in anticipo dal lavoro per i prepensionamenti. Dunque la cosiddetta staffetta generazionale che così come nella riforma della Pubblica amministrazione potrebbe fare spazio ai giovani nel mercato del lavoro ancora bloccato dagli effetti devastanti di una riforma pensioni che continua a creare gravi problemi sociali ai quali sembra sempre più difficile porre rimedio nonostante le buone intenzioni dell'esecutivo.

Fnp-Cisl, Spi-Cgil, Uilp-Uil, in particolare, oggi (4 maggio) hanno inviato una istanza urgente di incontro al ministro del Welfare.

A Giuliano Poletti viene chiesto con forza di aprire il confronto tra sindacati e governo sui correttivi necessari alla legge Fornero "sulle modalità e le tempistiche - viene sottolineato nel comunicato stampa congiunto inviato dai tre sindacati di categoria dei pensionati - di applicazione della sentenza della Corte Costituzionale sulla rivalutazione delle pensioni".

L'esecutivo è intanto già a lavoro per fronteggiare la sentenza della Consulta che aprirebbe uno buco nei conti pubblici che potrebbe variare, secondo alcune stime diffuse in questi giorni, dagli otto ai tredici miliardi di euro. Il ministro Poletti ha spiegato oggi che comunque non si interverrà introducendo una patrimoniale come chiede la leader della Cgil Susanna Camusso.