Si moltiplicano nel corso della giornata le nuove ipotesi di risoluzione per il buco nei conti pubblici che si è aperto in seguito alla decisione della Corte Costituzionale riguardante la rivalutazione delle Pensioni Inps. La Consulta ha infatti reputato illegittimo il provvedimento con il quale il Governo Monti ha deciso di tagliare le rivalutazioni Istat (utili per l'aggiornamento delle mensilità all'inflazione) per tutte le pensioni che superavano di 3 volte la minima.

È chiaro che la questione non ha solo una rilevanza politica, ma anche pratica poiché l'attuale esecutivo ora è chiamato a dare esecuzione alla sentenza. Se inizialmente si è discussa la possibilità di rateizzare la restituzione del dovuto, l'ultima opzione in ordine di tempo potrebbe cercare di limitare i danni, innalzando il criterio di stop alla rivalutazione. Di fatto, il Governo potrebbe rimodulare il moltiplicatore raddoppiandolo sulla soglia dei 2300 € (portandolo cioè almeno a 5 o 6 volte la minima), anche perché la decisione della Corte non censura in via complessiva tutto l'impianto normativo relativo alla penalizzazione, quanto la sua iniquità rispetto a chi possiede redditi bassi.

In sostanza, con molta probabilità sarebbe bastato fissare la soglia dello stop all'adeguamento Istat più in alto per evitare di incorrere nella situazione attuale.

Pensioni, dopo la Consulta interviene la Cgil: cambiare legge Fornero e restituire soldi ai pensionati

Nel frattempo le parti sociali hanno visto nella decisione della Corte Costituzionale uno sprone a proseguire la propria attività di difesa dei diritti in capo ai pensionati, rilanciando una modifica complessiva della legge Fornero approvata nell'ormai lontano 2011. "Dopo la vicenda degli esodati, ecco un altro clamoroso colpo alla legge Fornero" afferma il Segretario confederale della Cgil Vera Lamonica, spiegando che "la sentenza della Corte Costituzionale conferma che la cosiddetta riforma non sta in piedi e che le norme vigenti vanno cambiate".

Motivo per cui il sindacato torna ancora una volta a chiedere la convocazione di una piattaforma condivisa di discussione con il Governo, al fine di ridiscutere come "modificare la legge nel suo complesso". Ma la sindacalista non si limita a ciò, volendo ribadire che la Spi Cgil ha più volte puntato il dito contro le misure restrittive e di austerità poste in essere nei confronti dei lavoratori e pensionati: "avevamo ragione noi" conclude Lamonica, ribadendo che la penalizzazione prevista all'interno della legge Fornero "era profondamente ingiusta e perfino incostituzionale".

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