Il governo Renzi e l'Inps continuano a lavorare per trovare dei meccanismi di uscita flessibile da introdurre a partire dal prossimo anno. L'ipotesi che piace a molti partiti politici è quella presentata da Damiano-Baretta: uscita dal lavoro al raggiungimento dei 62 anni di età con il versamento di 35 anni di contributi con l'applicazione di alcune penalità decrescenti a partire da una soglia dell'8 percento. Queste penalizzazioni si annullerebbero al raggiungimento del 66esimo anno di età.
Damiano propone un anticipo di 4 anni rispetto all'attuale normativa in vigore per consentire la cosiddetta 'staffetta generazionale'
Questo provvedimento concederebbe un anticipo di almeno 4 anni rispetto a quanto previsto dall'attuale normativa allo scopo di favorire la cosiddetta 'staffetta generazionale'. Alcune fonti vicine al Governo hanno specificato, così come riportato sul sito pensionioggi.it, che l'esecutivo avrebbe intenzione di aumentare la penalità di un ulteriore 3 percento. Questo significa che, se dovesse passare questa normativa, i lavoratori che lasceranno il lavoro a 62 anni con 35 di contributi sarebbero assoggettati ad una penalità, non più dell'8 percento, bensì dell'11 percento.