Trovata una soluzione, seppur parziale, a seguito della sentenza della Corte Costituzionale del 30 aprile scorso, ora il governo Renzi ha altre priorità da affrontare. Tra queste, c'è quella degli esodati, problematica ancora aperta per molti cittadini italiani. Ricordiamo che questa categoria sociale è composta da persone senza stipendio e senza assegno. Persone quasi dimenticate, lasciate allo sbaraglio, in attesa di qualche norma che possa risolvere la loro problematica.

A partire dal 2012, ci sono state 6 operazioni di salvaguardia. Altre 50mila persone, però, non hanno avuto la possibilità di andare in pensione

Fino ad oggi, a partire dal 2012, ci sono state 6 operazioni di salvaguardia tenendo in considerazione numeri approssimativi e stime con conti completamente sbagliati. Sono stati provvedimenti che hanno risolto parte del problema sociale presente in Italia. Infatti, nonostante queste 'scialuppe di salvataggio' altre 50mila persone non hanno ancora avuto la possibilità di salvarsi dalla 'burrasca', secondo quanto riportato in un articolo presente sul sito quotidiano.net. A questo punto, se si vuole chiudere definitivamente la problematica dovuta alla rigidità della riforma voluta dal governo Monti, non si può non prendere in considerazione gli esodati ancora da salvaguardare.

Presentato da Maria Luisa Gnecchi del Partito Democratico, un disegno di legge per una settima salvaguardia

Maria Luisa Gnecchi, deputata del Partito Democratico, ha presentato nelle scorse settimane, una proposta per una settima salvaguardia destinata, però, alla metà degli aventi diritto a causa delle esigue risorse economiche presenti nelle casse dello Stato.

Però, per chiudere definitivamente questo triste capitolo, sarebbe necessario una piccola parte del denaro risparmiato nell'attuazione della sentenza della Corte Costituzionale. In questo modo, si arriverebbe ad una giusta equità previdenziale e, probabilmente, parecchi pensionati che non avranno diritto al rimborso saranno, forse, meno arrabbiati.