"È impossibile rinunciare ad una riforma fondamentale come quella del 2011, ma l'attuale assetto rischia di essere travolto proprio se non costruiremo dei margini di flessibilità": sono le parole del sottosegretario all'economia Pier Paolo Baretta in merito alla questione dell'introduzione di misure flex e di possibili opzioni anticipate nella gestione dei meccanismi di pensionamento.

"La diga non reggerà, a meno che non si permetta un certo deflusso controllato. Introducendo correzioni equilibrate alla legge Fornero, la mettiamo in sicurezza" prosegue l'esponente del Partito Democratico. Sembra quindi crescere la consapevolezza della necessità di un intervento correttivo sul tema dei lavoratori disagiati e dell'eccessiva rigidità nelle attuali regole di accesso alla previdenza.

Riforma della previdenza, la flessibilità potrebbe anche andare in aiuto dei lavoratori più giovani

Stante la situazione, per l'esponente dell'esecutivo la necessità di un nuovo pacchetto di riforme nell'accesso all'Inps deriva anche da un altro importante aspetto, ovvero dal fatto che "i parametri resterebbero gli stessi, l'età di riferimento resta fissata a 66 anni crescenti".

Ma l'introduzione di un meccanismo di flessibilità potrebbe avere anche il vantaggio di far ripartire la staffetta generazionale a favore non solo dei lavoratori che vivono situazioni di disagio (come ad esempio gli esodati non salvaguardati, i precoci, i disoccupati in età avanzata e più in generale tutti coloro che vivono situazioni di disagio lavorative con molti anni di versamenti alle spalle). A caratterizzare la rigidità nei nuovi meccanismi di pensionamento vi è purtroppo la crescita della disoccupazione giovanile avvenuta negli ultimi anni, un parametro macroeconomico che ha ormai superato la soglia del 40%.

Pensioni anticipate e apertura dei parametri Inps, per Damiano è necessario favorire manovra con deficit spending 

Nel frattempo anche il Presidente della Commissione lavoro alla Camera Cesare Damiano è tornato sulla questione delle nuove misure di politica sociale da attuare alla ripresa dei lavori parlamentari. "Nella legge di stabilità il Governo dovrà tenere conto dell'esigenza di correggere il sistema pensionistico introducendo al suo interno un criterio di flessibilità" spiega l'On. Damiano, che prosegue evidenziando un altro punto. "La manovra complessiva avrà bisogno di coperture finanziarie significative: ben venga dunque un po di deficit spending con il placet dell'Europa per fare i necessari investimenti economici e sociali".

La questione appare non di poco conto perché proprio proprio sul reperimento delle coperture si gioca una larga parte della possibile riforma previdenziale. Aumentando il rapporto deficit / Pil al 2,30 % si potrebbero infatti recuperare otto miliardi di euro da destinare a lavoro e previdenza.

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