Cesare Damiano è intervenuto all'incontro 'Per chi è in pensione, per chi non lo è, per chi ci vorrebbe andare', indetto dal sindacato dei pensionati Spi-Cgil di Bergamo, il Presidente della Commissione Lavoro alla Camera ha deciso sempre di ribadire prima quali sono stati i meriti del Partito Democratico sulla questione previdenziale per poi rilanciare la sua proposta di riforma pensioni 2015: il PD avrebbe avuto il merito di aver permesso che vi fossero già sei salvaguardie per gli esodati ed è sempre il PD ad aver spinto affinché venissero aperti i tavoli istituzionali per definire i termini della settima salvaguardia.

Le ultime notizie sulla problema della previdenza sottolineano come Cesare Damiano abbia intenzione di lavorare soprattutto all'interno del suo partito, per permettere che le sue proposte di riforma delle Pensioni per il 2015, la Quota 100 e la Quota 97, divengano le proposte ufficiali del governo Renzi. Bisogna, comunque, sottolineare come all'interno del Partito Democratico i 'fan' di Tito Boeri siano sicuramente superiori ai 'fan' di Cesare Damiano: semplificando, la proposta del contributivo del presidente dell'Inps non avrebbe costi eccessivi per le casse dello Stato, mentre le proposte di Damiano avrebbero come costi circa 10 miliardi di euro (la Quota 100) e circa 8 miliardi euro (la Quota 97).

E l'Europa è molto attenta a queste cifre e il governo Renzi sembra propendere sempre di più per il contributivo, anche per quest'ordine di motivi.

I sindacati all'attacco: ultime notizie riforma pensioni 2015 del governo Renzi

Ad alzare la voce sull'assenza del governo Renzi dalle discussioni sulla riforma delle pensioni 2015 è stata negli ultimi tempi soprattutto Annamaria Furlan della CISL: il suo attacco è stato piuttosto deciso, si tratta infatti di finirla con questa attesa che dura da mesi e occorre prendere in mano la situazione.

Il governo Renzi deve assumersi le sue responsabilità: la riforma delle pensioni Fornero ha creato non soltanto errori tecnici (la questione 'infinita' degli esodati), ma anche forte iniquità sociale, a partire dai lavoratori precoci. Si attende, insomma, la convocazione ufficiale da parte del Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, il quale sembrerebbe essere del tutto scomparso dalle discussioni sulla questione previdenziale.

Il sindacato, comunque, si dice favorevole soprattutto alle proposte di riforma delle pensioni avanzate da Cesare Damiano e in particolar modo a quella della Quota 100 (minimo 62 anni d'età o minimo 38 anni di contributi, con la necessità di raggiungere appunto la 'quota 100' con la somma dei due dati).

Secondo i dati forniti dalla UIL, il governo Renzi, sul fronte dei rimborsi, ha deciso di stanziare non più di due miliardi di euro: una cifra considerata troppo bassa, anche e soprattutto se rapportata ai 'guadagni' che si sono avuti in questi primi anni di 'regime Fornero'. È necessario investire sulla previdenza e sulla riforma delle pensioni 2015, questa la linea dei sindacati, ma Matteo Renzi sembra attendere il via libera dall'Europa, che molto probabilmente non arriverà.

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