"La linea della flessibilità ormai si sta affermando e anche il Presidente del Consiglio ha indicato di voler andare in questa direzione. È un'esigenza condivisa dal Parlamento ed anche dalle parti sociali" ha spiegato il Sottosegretario Pier Paolo Baretta, indicando i confini dell'attuale discussione sul delicato tema della riforma pensionistica. L'obiettivo è di dare fiato ai tantissimi lavoratori rimasti bloccati in una situazione di disagio a causa della rigidità degli attuali criteri di accesso all'Inps.

D'altra parte, la platea di coloro che sono in attesa di un intervento sanatorio ormai da anni è molto ampia: lavoratori precoci, esodati non salvaguardati, persone che hanno svolto attività usuranti, quota 96 della scuola e lavoratrici con opzione donna, per non parlare dei disoccupati in età avanzata rimasti senza possibilità di impiego e senza tutele Inps.

Riforma della previdenza, c'è attesa per la proposta Quota 97 di Baretta - Damiano alla ripresa dei lavori di settembre

Tra le misure su cui si sta concentrando l'attenzione dei tecnici, vi sarebbe la cosiddetta proposta di flessibilità Damiano - Baretta, che dovrebbe permettere un'uscita flessibile già a partire dai 62 anni di età, seppure con un criterio contributivo che dovrebbe fermarsi a 35 anni di contribuzione.

Dalla somma dei due addendi si trova quindi la famosa Quota 97, di cui si discute ormai da mesi. La misura dovrebbe prevedere però anche una penalizzazione utile a consentirne la sostenibilità, visto che in caso di approvazione i lavoratori aderenti dovranno accettare un taglio del 2% per ogni anno mancante rispetto ai requisiti della legge Fornero. Nella pratica, la penalizzazione massima sarebbe quindi dell'8% (circa una mensilità su tredici) per coloro che usufruiranno del massimo anticipo. Sulla questione però si parla anche di ipotesi intermedie, con penalizzazioni più elevate (fino al 12%), che potrebbero garantire il beneplacito dei tecnici.

Pensioni per lavoratori precoci, dalla Commissione lavoro alla Camera c'è proposta per uscita senza penalità

Discorso diverso invece per i lavoratori precoci, per i quali l'On. Cesare Damiano avrebbe proposto in Commissione lavoro alla Camera una misura di flessibilità slegata dall'età anagrafica. In questo caso, si vorrebbero aprire le porte dell'Inps ai lavoratori che hanno acquisito 41 anni di versamenti, senza ulteriori vincoli o penalizzazioni. Sopra ogni questione, resta però da chiarire il capitolo delle coperture: "gli aspetti finanziari vanno valutati molto attentante, anche con l'Unione Europea" conclude Baretta, evidenziando però che "in questi anni abbiamo speso 11 miliardi per gli esodati, problema ora in larga parte risolto, e risorse ingenti anche per strumento come la cassa integrazione in deroga che di fatto serviva a gestire situazioni di crisi in cui lavoratori non avevano la via di uscita verso la pensione".

Insomma, un meccanismo di flessibilizzazione dei criteri di pensionamento, se ben congegnato, potrebbe garantire un buon compromesso tanto per le esigenze di reddito dei lavoratori quanto per quelle di tenuta dei conti.

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