Ancora incerte le nuove forme di flessibilità che saranno inserite nella riforma Pensioni del Governo Renzi che dovrebbe prendere corpo con la prossima legge di Stabilità. Ma intanto non convincono assolutamente i sindacati e la minoranza del Partito democratico le soluzioni per la pensione anticipata prospettate dal vice ministro dell'Economia e delle Finanze Enrico Morando.

Riforma pensioni, novità dal Mef: soluzione neutra per la flessibilità in uscita

L'esponente dell'esecutivo, ribadendo che occorre programmare gli interventi sulla previdenza in una cornice di salvaguardia della finanza pubblica, ha ribadito che i prepensionamenti a 62 anni non dovrebbero avere nessun costo per le casse dello Stato e che sostanzialmente i lavoratori che vogliono finire prima di lavorare si devono autofinanziare la pensione con delle penalità, altrimenti, secondo Morando, la flessibilità in uscita dal lavoro potrebbe essere insostenibile dal punto di vista finanziario. "Se fosse necessario stanziare risorse - ha detto il vice ministro all'Economia parlando oggi della riforma pensioni - faremmo un errore".

Quella che ipotizza Morando è in pratica "una soluzione neutrale - ha spiegato - per le casse dello Stato". Le proposte di cui si discute oggi sulla riforma pensioni sono solo delle ipotesi, ha spiegato l'esponente dell'esecutivo in un'intervista pubblicata oggi sul quotidiano La Stampa. Ma "a un certo punto - ha sottolineato - bisognerà fare scelte politiche".

Pensione anticipata, la Cgil e la minoranza Pd dicono no alle proposte del Governo      

Non è per niente d'accordo la Cgil. "Serve un meccanismo di flessibilità in uscita dal lavoro - ha detto il segretario generale Susanna Camusso - che però non penalizzi i trattamenti. Bisogna cambiare la legge Fornero - ha aggiunto la leader del sindacato rosso in un'intervista pubblicata oggi sul Corriere della Sera -.

partendo dall'età pensionabile, così da creare - ha sottolineato la Camusso - spazi occupazionali per i giovani". Critica anche la minoranza del Partito democratico. "Non sono d'accordo con Morando", ha fatto sapere in una nota il presidente della commissione Lavoro della Camera di Montecitorio, Cesare Damiano, secondo il quale "la soluzione proposta - ha evidenziato oggi in una nota il parlamentare riformista del Pd - rischia di trasformarsi in un'involontaria presa in giro".