Nella riforma della Scuola ci si è dimenticato di fare una riflessione importante, scrive la rivista Civiltà Cattolica dei gesuiti. Non si spiega come educare e su che cosa, particolare che avrebbe dovuto avere la precedenza sugli altri aspetti. È padre Francesco Occhetta a dirlo, ricordando il famoso detto popolare per cui fare le cose in fretta non vuol dir farle per bene.
La critica non manca di puntare il dito contro la mancata inclusione dei “nuovi saperi". In questo modo si penalizzano quegli studenti che usano le tecniche di apprendimento provenienti dai social network e da linguaggi differenti. La riforma della scuola, secondo l'opinione dei gesuiti, ignora completamente tutto questo e non supera tutte le emergenze che creano disparità, allontanando l'equiparazione delle scuole pubbliche con le scuole private più di quanto non si pensi.
La nuova figura dei dirigenti scolastici
Per il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini si tratta del fiore all'occhiello della riforma scolastica grazie alla quale si può avviare l'autonomia.
Ricordando che la legge si può sempre perfezionare, al Mattino di Napoli afferma che la valutazione dei dirigenti si avvia al primo anno. Durante questo periodo di prova gli stessi avranno il compito di premiare i docenti più meritevoli valorizzandoli. Civiltà Cattolica invece avanza seri dubbi sui nuovi poteri in carico ai dirigenti scolastici. Ci si domanda chi li controllerà, avanzando il dubbio che possano 'autoassegnarsi', scrive la rivista, i rapporti delle loro valutazioni.
Un anno di prova per tutti
Le contraddittorie dichiarazioni di Davide Faraone e di altri funzionari del Miur hanno sempre prodotto forti perplessità tra i docenti e le associazioni sindacali. Lo stesso ministro Giannini era stato oggetto di contestazione alla festa dell'Unità tenutasi a Milano non appena era stato toccato il tema dell'alternanza scuola lavoro.
Da quanto scrive la rivista gesuita, emerge una posizione quanto meno molto cauta su questa riforma. C'è il timore che alla fine non si contrasti efficacemente la dispersione scolastica e non si formino studenti in modo adeguato. Anche sulla effettiva integrazione, come lo stesso padre Occhetta afferma, rimangono delle incognite. Perplessità implicitamente espresse anche dalla Giannini quando dice al Mattino che per poter arrivare all'aggiornamento del preside bisogna provare il primo anno e vedere come andrà.