"La Commissione lavoro si fidava di quello che voi avete detto in seno alla prima riunione svoltasi, ed il Ministero era d'accordo con tutto quanto proposto [...] avete cambiato idea, di fatto, in un mese": sono le parole del Vice Presidente della Commissione lavoro alla Camera Walter Rizzetto in merito alla posizione assunta dal Ministro Poletti durante il proprio intervento di questa mattina in Parlamento.
"Rispetto alla settima salvaguardia ho sentito anche qualche intervento propedeutico ad un cambiamento, ma secondo me ci state dicendo che non ci sarà nessun tipo di intervento. Vedremo in legge di stabilità perché secondo me il Governo vorrà cavarsela con una flessibilità piuttosto pesante, altro che al 2% come nella proposta Damiano - Baretta. Se la caverà con una proposta che per quanto riguarda i pensionandi sarà inaccettabile". Il riferimento è all'idea del Governo di intervenire con dei nuovi strumenti di apertura ai prepensionamenti, che però risultino a costo zero o comunque a costi molto contenuti per le casse pubbliche, così come già annunciato anche dal Premier Renzi.
Pensioni flessibili, la platea dei lavoratori in attesa di un riscontro dal Governo resta amplia
"Non dovete nulla a noi, dovete molto alle persone che attendevano qualcosa" ha spiegato poi l'esponente di Alternativa libera, commentando la situazione di stallo che si è verificata nelle discussioni sulle salvaguardie durante la prima parte di settembre. Stante la situazione, l'On. Rizzetto ha ribadito anche come le persone in età avanzata e contemporaneamente in attesa di tutela siano ancora molte: "non esistono soltanto esodati e opzione donna. Io non sento più parlare purtroppo di quota 41, di quindicenni, di un vero scandalo che è quota 96. Lo scorso anno tutto il Parlamento si era dichiarato d'accordo nel risolvere questo tipo di problema".
In conclusione, il Vice Presidente della Commissione cita il caso dell'opzione donna: "state dichiarando che serve conformare ed armonizzare opzione donna con l'aspettativa di vita [...] quindi mandando in pensione queste persone in media a 62 - 63 anni dopo 40 - 42 anni di lavoro. Ammesso che queste persone tra tre o quattro anni abbiano ancora un lavoro, quindi un disastro veramente epocale".
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