Si continua a discutere di riforma Pensioni anche oggi, 24 settembre 2015. Ci si prepara alla maratona autunnale, che ci condurrà verso l’approvazione della Legge di Stabilità 2016 in cui, si spesa, dovrebbero esserci dei correttivi sul fronte della maggiore flessibilità auspicata sulla pensione anticipata. Quali sono le ultime news che vengono dal Palazzo? La politica ci ha abituato a colpi di scena, accelerazioni e frenate talvolta imbarazzanti sul tema del prepensionamento dei lavoratori.
Segnali che riflettono la chiara consapevolezza che mettere mano alla manovra Fornero non è una passeggiata. Lo sa bene il ministro dell’Economia Padoan, che più volte ha richiamato la necessità di mantenere i conti pubblici in ordine, e lo sa bene anche il suo sottosegretario Claudio De Vincenti che ha affermato, ai microfoni di Sky, l’inderogabile corrispondenza tra contributi versati ed assegno pensionistico che governerà ogni eventuale correttivo.
Ultime news oggi 24 settembre sulla riforma pensioni 2015, da che parte sta Renzi? Focus ipotesi prepensionamento
L’impressione è che il Premier voglia solo dettare la linea politica, lasciando il “lavoro sporco” a Poletti e Padoan, oggi attesi in Commissione Lavoro alla Camera.
Il Presidente del Consiglio, infatti, si è sempre limitato a dire che a suo avviso vanno salvaguardati i conti ma che si può riflettere su un prepensionamento dietro un taglio che sia in qualche modo ragionevole per lo Stato e per i pensionandi che decidono di lasciare il lavoro.
Non sembra, dunque, avere molto successo la proposta di riforma pensioni 2015 di Tito Boeri che è ispirata ad un modello sostanzialmente contributivo: troppo complesso, infatti, sarebbe il confronto con l’inevitabile malcontento che si andrebbe a creare tra chi deve andare in pensione.
Tra i vari interventi di questi giorni si registra anche quello dell’ex premier Mario Monti che, con Elsa Fornero, ha messo la faccia sulla riforma pensioni che oggi si vorrebbe correggere: il Professore ha affermato che nessun intervento deve scaricare i costi sulle future generazioni, come l’Italia ha fatto per anni, e che un domani il Paese dovrà dire grazie all’ex ministro del Lavoro. I lavoratori la cui vita è stata stravolta e coloro che da anni attendono un segnale dal Palazzo, comunque, hanno ben poco da ringraziare.