Senza far rumore, ma la vittoria è schiacciante. Le ultime novità sul tema riforma Pensioni vedono l'Unione Europea 'vincere' la partita della pensione anticipata. Intervenendo ieri sera alla trasmissione 'Che tempo che fa', Renzi ha annunciato il rinvio al 2016 degli interventi sulla flessibilità in uscita, un rinvio che in parte era stato chiaro già la settimana scorsa, un rinvio che andrà a scontentare un po' tutti, lavoratori precoci compresi, tra i più colpiti, quest'ultimi, dalla riforma Fornero, Fornero che da oggi diventerà paradossalmente amica per gli stessi precoci, che avranno come punto di riferimento 42 anni e 6 mesi (gli uomini) e 41 anni e 6 mesi (le donne).

Ancora per poco però. 'Colpa' del meccanismo tanto criticato dell'aspettativa di vita, che se continuerà ad essere legato alle pensioni costringerà il cittadino italiano a restare sul posto del lavoro fino a 44 anni di contributi. Uno scenario questo, tra l'altro, non troppo distante a livello temporale. Ma perché parliamo di vittoria dell'Unione Europea difronte all'ennesimo rinvio del governo?

Pensioni: la posizione dell'Unione Europea

Parlare di vittoria dell'Unione Europa ha un senso. Nel 'day after' dell'annuncio della riforma pensioni del 2016, a questo punto occorre chiamarla così, ritornano alla mente le parole scritte dalla Commissione Europea all'interno della relazione sull'adeguatezza delle pensioni, parole che avevano lanciato un allarme tra gli stessi lavoratori precoci, costretti, involontariamente, a leggere frasi, dal loro punto di vista, folli.

Ad esempio, che è doveroso lavorare fino al raggiungimento dei 45 anni di contributi: ovvero, un lavoratore precoce, secondo l'Unione Europea, che ha maturato il primo anno di contributi entro i 19 anni, deve lavorare fino a 63-64 anni; lo stesso discorso vale per chi ha iniziato a lavorare a 15 anni, per l'Ue è cosa buona e giusta che questo individuo lavori fino a 60 anni.

Quota 41 e Unione Europea, evidentemente, sono lontani anni luce e, a questo punto, anche la riforma Fornero diventerebbe 'amica' delle pensioni dei precoci, nonostante sia al momento una delle leggi più odiate dalla categoria dei lavoratori precoci. Parliamo di 'vittoria' dell'Unione Europea quando ascoltiamo Renzi mentre posticipa la riforma e contemporaneamente ricordiamo quanto scritto dall'Ue pochi giorni prima in merito alla pensione anticipata, quando velatamente veniva affermato il principio secondo cui i lavoratori devono andare in pensione raggiungendo l'età indicata per legge, fatto questo che, come ha sottolineato la relazione della Commissione europea, è accaduto soltanto nella metà dei casi nel corso del 2012.

Ed è proprio sulla pensione anticipata che il governo italiano stava lavorando, e su cui continuerà a lavorare da qui al 2016.

Pensione anticipata: la riforma definitiva di Boeri

Sono stati scritti interi fiumi d'inchiostro sulla riforma pensioni del 2015 quando invece, proprio sulla linea del traguardo, Renzi ha rinviato tutto al 2016. Con maggiore tempo a disposizione e con una più ampia riflessione sul tema della previdenza, l'esecutivo a maggioranza Pd potrà anche pensare non soltanto a delle semplici misure per l'introduzione della flessibilità in uscita ma anche ad una più organica riforma delle pensioni come auspicato nei giorni scorsi da Tito Boeri. Anche lui, dunque, è un 'vincitore' involontario dopo la giornata di ieri? Gli unici a perdere, sempre tra virgolette, sono come sempre gli italiani.