La storia infinita degli esodati e delle cosiddette salvaguardie si ripete costantemente oramai da anni e le nuove misure proposte dal governo Renzi nella legge di stabilità, oltre a deludere tutti coloro che si attendevano una vera riforma delle pensioni per il 2016, stanno creando nuove proteste perché, ancora una volta, non è arrivata la misura 'definitiva'. Le proteste non riguardano soltanto gli esodati che hanno prodotto, attraverso i Comitati che li rappresentano, un documento con precise richieste al governo Renzi, ma anche i precoci, che sono i veri 'dimenticati' da questa riforma delle Pensioni, e le donne, che chiedono un aggiustamento alla proroga dell'opzione donna.

Insomma, il governo Renzi avrebbe giocato al ribasso in due direzioni: da un lato, nessuna riforma strutturale delle pensioni e nessuna flessibilità in uscita, dall'altro, laddove è intervenuto come su esodati, precoci e donne, ha prodotto misure parziali e insufficienti. Le proteste, dunque, montano e le iniziative sono parecchie: nel frattempo Matteo Renzi è in Sud America, dove, parlando delle pensioni e dell'invecchiamento della popolazione, ha preferito citare Woody Allen, piuttosto che affrontare il problema. La vecchiaia, come dice il regista e attore americano, non è una gran bella cosa, ma comunque migliore dell'unica alternativa possibile.

Esodati, donne e precoci: ultime news riforma pensioni governo Renzi per il 2016

La riforma pensioni del governo Renzi per il 2016 si è rivelata fallimentare, in quanto caratterizzata da pochi interventi e soprattutto poco incisivi. Sul fronte esodati, i Comitati fanno sapere che la misura predisposta nella legge di stabilità lascia fuori, senza salvaguardia, circa 24mila lavoratori-esodati e che il provvedimento inserito nella legge di stabilità rischia di essere molto limitante rispetto a quello licenziato dalla Commissione Lavoro alla Camera, in quanto, tra i molteplici nodi da risolvere, resta la questione delle risorse avanzate nel Fondo esodati e il 'mistero' intorno ad essi; le richieste sono chiare e le stesse da anni, risolvere una volta e per tutte una delle più grandi iniquità della legge Fornero.

Per quanto riguarda i cosiddetti 'lavoratori precoci', nulla è stato fatto e anche in questo caso la battaglia continua: l'unica proposta per risolvere la situazione di questa tipologia di lavoratori era arrivata da Damiano che, nel suo ddl di riforma delle pensioni, aveva inserito la famosa Quota 41, cioè la possibilità di uscire a qualsiasi età una volta versati 41 anni di contributi; ebbene, i precoci stanno scrivendo personalmente a Cesare Damiano, anche mediante l'utilizzazione dei social, chiedendogli un atto di coraggio: presentare il suo ddl, anche soltanto per capire quali forze politiche sarebbero favorevoli ad un intervento sui precoci.

Infine, l'opzione donna: anche su questo punto, la soluzione del governo Renzi è considerata insufficiente a causa dell'innalzamento del requisito anagrafico di tre mesi in connessione con l'aumento dell'aspettativa di vita; ad appoggiare la vertenza vi sono Pippo Civati e Andrea Maestri, i quali, in contatto con i comitati per l'opzione donna, hanno promesso di incontrare Maurizio Sacconi, il Presidente della Commissione Lavoro al Senato, per chiedere che, in sede di approvazione della legge di stabilità, venga corretta questa ennesima 'svista' del governo Renzi.

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