Il 2016 sarà davvero l'anno della riforma delle Pensioni nella direzione di una maggiore flessibilità in uscita? E' il presidente della Commissione lavoro alla Camera dei Deputati, Cesare Damiano a parlarne nella puntata del 23 febbraio 2016 della trasmissione televisiva Ballarò, illustrando quelle che sono le principali novità della pensione anticipata così come formulata e, in questo momento, sul tavolo della suddetta Commissione per le dovute ipotesi e i conteggi.

La proposta di riforma delle pensioni anticipate risale addirittura a tre anni fa ed è articolata in 3 punti, il primo dei quali verte sulla differenziazione della professione svolta. "Non è possibile - spiega Damiano - considerare allo stesso modo l'operaio che passa ore nelle fabbriche e il primario delle strutture ospedaliere. Chi fa un certo tipo di lavoro, l'operaio, può avvertire la necessità di dover andare in pensione prima".

Pensioni anticipate e precoci con quota 41

In secondo luogo, riuscire a mandare in pensione anticipatamente molti contribuenti che svolgono la propria attività nelle fabbriche o altrove favorisce l'entrata nel mondo del lavoro dei più giovani, per di più dotati di maggiori capacità innovative rispetto a chi ha alle spalle già vari decenni di lavoro.

In altre parole, la pensione anticipata andrebbe a ridurre il tasso di disoccupazione giovanile con benefici ben quantificabili per l'economia italiana. L'ultimo punto della proposta riguarda il meccanismo vero e proprio della pensione anticipata: nel provvedimento proposto da Damiano, infatti, occorre inderogabilmente aver versato contributi per almeno trentacinque anni e accettare un taglio del mensile pensionistico del 2 per cento per i quattro anni massimi previsti per l'uscita anticipata. In totale, dunque, la decurtazione andrebbe a ridurre dell'8 per cento il mensile rispetto a quanto prenderebbe il contribuente se uscisse da lavoro all'età necessaria per la pensione di vecchiaia.

La flessibilità in uscita potrebbe spingere anche il sistema previdenziale a trovare una soluzione per i precoci. Damiano lo ha dichiarato in studio: "Quarantuno anni di contribuzione sono una quota più che sufficiente per un uomo o una donna che hanno iniziato a lavorare ben prima della maggiore età". 

Uscita flessibile da lavoro, perché non grava sui conti del Governo Renzi

Così come formulata, la proposta di Damiano non grava, nel lungo periodo, sui conti dello Stato. E' vero, ci sarebbe un costo iniziale da dover affrontare per mandare in pensione anticipata migliaia di contribuenti, ma questo onere verrebbe ammortizzato e compensato dall'aumento della vita media dei lavoratori, uomini e donne, che ormai ha superato gli 85 anni. La palla, ora, passa a Renzi che ha promesso che nel 2016 si sarebbe dovuto affrontare la questione della pensione anticipata.