Stefania Giannini, il Ministro dell’Istruzione, guida il Miur da ben due anni e celebra il suo anniversario decantando la Buona Scuola e i suoi (presunti) successi. Sulla scia di Renzi, che ha celebrato i suoi due anni al Governo con una lista dei progressi ottenuti in Italia durante il suo mandato, la Giannini definisce le manovre del Miur alla sua guida “lo strumento più potente per un’Italia forte, innovativa e in crescita”. Ma è evidente che non tutti sono d'accordo con lei, o meglio, che la maggioranza del Paese non è d'accordo con lei. È sufficiente dare un'occhiata ai social network per rendersi conto di come le problematiche portare con la riforma della legge 107 sono contestate e rifiutate dai più.

Scuola, Giannini è soddisfatta di cosa?

Fra le cose positive della Buona Scuola ottenute grazie all'operato del Miur, Stefania Giannini menziona:

  • sei miliardi di investimenti nelle scuole, di cui quattro per l'edilizia scolastica;

  • 100 miliardiall'anno per l'alternanza scuola lavoro;
  • l'assunzione di 90mila docenti più i 63mila che saranno assunti da concorso;

  • il Piano Digitale, col coinvolgimento di circa 600.000 studenti;

  • il Pnr da 2 miliardi e mezzo;

  • la consultazione su #LaBuonaScuola con quasi 2 milioni di cittadini coinvolti on e off line:

  • il Piano straordinario per reclutare 861 ricercatori per le Università e 215 per gli Enti di ricerca vigilati dal Miur.

Buona scuola: e se volessimo fare un elenco di cose che non vanno?

Nella sua lista di successi, il ministro dell'Istruzione ha dimenticato di elencare gli insuccessi della Buona scuola.

Di cosa parliamo? Ad esempio di tutti i precari rimasti nelle varie graduatorie, del ritardo dei bandi di concorso (oltre due mesi), o ancora degli esclusi del concorso stesso. E che dire della consultazione su #LabuonaScuola? A cosa è servita se le contestazioni al DDL scuola sono rimaste inascoltate? Vogliamo poi parlare nel dettaglio dei 4 miliardi investiti nell'edilizia scolastica?

Il ministro ha dimenticato di menzionare il fattoche si tratta di soldi che fanno parte di un piano triennale e che quasi 1 miliardo sono mutui agevolati BCE con oneri ammortamento a carico dello Stato. In quanto al settore della ricerca... ci limitiamo aricordarele parole di Roberta D’Alessandro: 'in Italia non c’è posto per la ricerca universitaria'.