La situazione lavorativa e previdenziale in Italia fotografata da un'indagine del Ministero del lavoro resta preoccupante e richiede degli interventi correttivi da parte della politica. È il sunto dei commenti in arrivo dal Presidente della Commissione lavoro della Camera, che ha etichettato come "da brivido" i risultati delle verifiche condotte su un campione rappresentativo delle realtà produttive italiane.

"Un terzo di queste aziende è irregolare" ha sottolineato l'On. Damiano, spiegando che il montante contributivo previdenziale non versato in favore dei lavoratori è stimabile ad un miliardo e 300 milioni di euro. Ma la situazione potrebbe essere anche peggiore, perché se si utilizza il dato per effettuare delle proiezioni è possibile stimare "quasi due milioni di lavoratori in nero, con un sommerso pari a oltre 40 miliardi di euro". Cifre che per l'esponente democratico "dovrebbero far vergognare quanti hanno sempre sostenuto la deregolamentazione mascherata da semplificazione burocratica e combattuto i controlli".

Riforma del welfare, serve intervento correttivo sulla flessibilità previdenziale

Stante la situazione, appare chiaro che senza un intervento correttivo su lavoro e previdenza le problematiche appena descritte non potranno risolversi in autonomia. Perpetuando questo modello, quello a cui andremo incontro secondo l'On Damiano è "un futuro fatto di lavoratori sempre più precari o al nero, retribuiti con voucher che sostituiscono il normale lavoro subordinato e aziende popolate di lavoratori settantenni, che mantengono a casa i propri figli e nipoti disoccupati". Dato che questo scenario non è augurabile per nessuno, il Presidente della Commissione lavoro reitera il proprio invito all'avvio di una nuova stagione di riforme, proponendo un "orizzonte alternativo: più crescita, meno rigore e incentivi strutturali al lavoro stabile e flessibilità nelle pensioni, per fare uscire dal lavoro i più anziani e aprire le porte delle aziende ai giovani".

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