Le ultime novità sulla riforma Pensioni giungono dalla trasmissione condotta da Floris. In studio a 'Di Martedì' si sono confrontati Damiano, vicepresidente della Commissione Lavoro, l'economista Cazzola, il senatore Monti e il viceministro dell'economia Zanetti. Il tema principale del confronto ha riguardato la flessibilità in uscita e, dunque, la possibilità di 'mettere mano' alla famigerata Legge Fornero.

Pro modifiche strutturali il presidente della Commissione Lavoro, che ha ribadito la bontà del suo Ddl 857 che permetterebbe non solo, a fronte di una minima penalizzazione, la pensione anticipata a partire da 62 anni e 35 di contributi, ma anche una via d'uscita per i precoci attraverso la tanto desiderata Quota 41. Pro Legge Fornero invece si sono schierati apertamente sia Giuliano Cazzola che Mario Monti; mentre al centro possiamo collocare Enrico Zanetti, che ritiene la richiesta di flessibilità da parte dei lavoratori assolutamente comprensibile, ma al momento non prioritaria per il governo Renzi.

Damiano insiste: la riforma pensioni 'si può e si deve fare', Cazzola 'non ne vale la pena'

Duro lo scontro tra Damiano e Cazzola, il primo sostiene che il Ddl 857 sia praticamente a 'costo zero', mentre per il secondo "non vale la pena spendere risorse per ridurre l'età pensionabile".

Se è vero che per i primi 4 anni i costi per lo Stato saranno maggiori - dice il presidente della Commissione Lavoro - è pur vero che per i restanti 20 anni i lavoratori, che accetteranno di uscire anticipatamente, percepiranno un assegno inferiore. Dunque i costi iniziali sarebbero riassorbiti - precisa Damiano - dai risparmi degli anni successivi. Inoltre se i lavoratori perdono il lavoro intorno ai 55/60 anni e non riescono a trovarne un altro - puntualizza sicuro Damiano - lo Stato deve pure dare assistenza, quindi il Ddl 857 permetterebbe anche un taglio relativo ai costi assistenziali garantendo, dunque, ulteriori risparmi nel medio-lungo periodo. La riforma delle pensioni 'si può e si deve fare' nel 2016, ha ribadito Damiano nel corso della puntata, come aveva promesso il Premier, e non è più rinviabile.

Damiano 'si metta mano alla riforma', Monti ' La Fornero ha ribilanciato le cose'

Per Mario Monti non vi sono dubbi la Riforma Monti-Fornero- ha detto -è stato necessaria per "fare un riassetto del sistema pensionistico, forse non perfetto, ma che ha ribilanciato certamente le cose".

Poi ha aggiunto, rispondendo a Floris che chiedeva una sua opinione sull'atteggiamento dell'attuale esecutivo nei confronti della richiesta di flessibilità in uscita, che il Governo non è mai animato da spirito di cattiveria, ma al più di responsabilità. Il sistema pensionistico vigente prima della Riforma Fornero- ha concluso convinto- scaricava oneri soprattutto sulle generazioni future.

Zanetti comprensibile richiesta di flessibilità, ma non priorità

Enrico Zanetti dal canto suo dice di comprendere pienamente la richiesta dei lavoratori che desiderano, dopo tanti anni di contributi versati, poter accedere anzitempo alla quiescenza. Ma nonostante ciò- precisa Zanetti- il tema della flessibilità in uscita deve essere compatibile con i profili di sostenibilità finanziaria. Al momento non è tra le priorità del Governo, le risorse non sono infinite aggiunge, occorre pensare prima a coloro che non hanno né pensione né lavoro, e poi pensare ad una riduzione del prelievo fiscale. Solo in seguito, nella finanziaria 2017, risorse permettendo si potrà pensare alla flessibilità in uscita.

Strada ancora lontana dunque?